La FUSIONE è il bene, la FISSIONE è il male
Senza entrare troppo in particolari tecnici (che non mi competono), possiamo così sintetizzare: la “fissione”, lo dice la parola, spacca un atomo di uranio e ne ricava energia; la “fusione”, lo dice sempre la parola”, fonde due atomi di idrogeno in uno di elio e da lì ricava enormi quantità di energia: è lo stesso processo che avviene nel sole, è alimentata in pratica da isotopi dell’idrogeno che possiamo ricavare dall’acqua del mare, non emette scorie pericolose, né alcun tipo di inquinamento e produce quantità di energia incredibilmente enormi.
La fissione, all’opposto, ha bisogno del raro e pericoloso uranio, produce meno energia, ma in compenso sforna tanto materiale radioattivo, che non si sa poi dove smaltire; gli impianti devono essere costosamente curati, anche per centinaia di anni dopo lo spegnimento, e quando qualcosa non funziona (vedi Černobyl, Fukushima e altri casi meno famosi, ma non certo meno gravi) provoca disastri con tantissimi morti e interi territori devastati e non più abitabili dall’uomo.
È chiaro che la scelta deve far puntare sulla fusione, ma la tecnologia ancora non è riuscita ad accendere questa piccola stella sulla Terra. Nel 1981 visitai a Frascati il Tokamac, impianto sperimentale per la fusione dal quale si sono sviluppati successivi prototipi in tutto il mondo. L’Italia allora era tra i primi al mondo e anche oggi è impegnata nei principali progetti di fusione nucleare, in particolare con l’Eni.
I tempi programmati sono però ancora piuttosto lunghi e, al momento, non si prevede l’entrata in funzione delle prime centrali a fusione prima del 2050: a quel punto l’energia sarà davvero disponibile in grandissime quantità e senza dover dipendere dal gas russo, dal petrolio arabo o dal nucleare francese.
L’arrivo del nucleare pulito (fusione) non è dunque vicinissimo. Però mi chiedo se quei 30 anni che ci separano dal suo arrivo sono davvero un tempo stabilito dai nostri limiti tecnologici o piuttosto è la politica internazionale ad imporli?
Chi spinge per il vecchio nucleare?
Perché oltre al problema economico, l’energia è anche un enorme problema strategico, lo stiamo comprendendo bene in questi giorni di guerra. La società Areva, e dietro lo Stato francese, spingono ora per il vecchio nucleare (la fissione) perché loro sono i leader nel settore e soprattutto perché la loro economia dipende interamente da questo tipo di vecchie centrali, la cui tecnologia è ormai chiaramente obsoleta, i costi reali (non quelli che vogliono farci credere) sono esorbitanti.
L’energia prodotta dal nucleare è quella che costa di più
Proprio di recente alla Camera dei Deputati italiana è stato presentato il risultato di un importante e qualificato studio che svela quali sono i costi reali per la produzione dell’energia elettrica:
3,7 centesimi di dollaro/kWh per il fotovoltaico,
4,0 centesimi di dollaro/kWh per l’eolico,
11,2 centesimi di dollaro/kWh per il carbone
16,3 centesimi di dollaro/kWh per il nucleare.
Sono dati della banca d’affari americana Lazard, non di associazioni ambientaliste! Ma allora, di chi possiamo fidarci?
Le nuove centrali nucleari: tempi di realizzo e costi triplicati
Areva, il grande colosso francese del nucleare, ha iniziato nel 2009 i lavori di un impianto in Finlandia; secondo i piani sarebbero dovuti durare 3 anni e la centrale sarebbe costata circa 3 miliardi di euro. In realtà l’impianto, tra mille problemi, è entrato in funzione solo a gennaio del 2022, con 10 anni di ritardo, ed è costato circa 9 miliardi di euro, cioè il triplo (questo accade in Finlandia!).
E se in Italia iniziassimo oggi la costruzioni, se siamo realisti sulle lunghezze burocratiche che incontrerà certamente un tale gigantesco progetto, sarà difficile avere anche un solo chilowatt prodotto prima di 15 anni, quindi nel 2037. E in questi 15 anni dovremo intanto anticipare quantità abnormi di miliardi di euro: senza poter accendere nemmeno una lampadina con l’energia nucleare.
E poi, fra 15 anni, dove sarà arrivata la tecnologia? È facile affermare che le centrali nucleari italiane, quando saranno pronte, saranno già obsolete e completamente fuori mercato.
I costi nascosti del nucleare
Anche in Italia sull’aspetto economico si cercano di nascondere i veri costi. Ad esempio, sapete che nella nostra bolletta della corrente c’è ancora oggi una voce che serve per pagare le spese di quelle 4 centrali nucleari a fissione (2 nel Lazio) che in più di 20 anni hanno prodotto 89,6 TWh (ma l’Italia ha bisogno di circa 360 TWh ogni anno), quindi una quantità quasi trascurabile dell’energia che ci occorre, che però noi e i nostri figli, nipoti e pronipoti dovremo continuare a pagare chissà ancora per quanti anni?
Quando calcolano quanto costa una centrale nucleare a fissione ce li mettono questi futuri costi infiniti?
Cosa vuol dire vivere vicino a una centrale nucleare
E ancora, vi chiedo, gli scarti radioattivi dove li sotterriamo? Li vorreste vicino casa vostra? No! Nessuno li vuole! Appunto. Infatti il problema non è solo economico. Chi vive nei pressi di una centrale nucleare a fissione, dovrebbe tenere sempre a portata le pillole di iodio, perché in caso di fuga radioattiva deve barricarsi in casa, sigillare porte e finestre col nastro adesivo e assumere iodio. Queste le istruzioni per il primo intervento. Premettendo che in tutti i disastri nucleari la popolazione è stata avvertita sempre con enorme ritardo, non è chiaro come poi si possa uscire da casa e vivere tranquillamente in un territorio contaminato da radiazioni. Voi ci vivreste con le pillole di iodio nel cassetto dell’ingresso e l’orecchio sempre all’erta, con l’ansia ogni giorno di sentire una sirena che vi preannuncia la fine della vostra tranquilla vita, del vostro mondo?
L’enorme inganno dell’informazione
Allora, prima di inneggiare al ritorno del nucleare (la vecchia fissione), sarebbe il caso di pensarci bene e soprattutto di informare esattamente gli italiani su quali saranno i veri costi e i veri pericoli per noi e per le generazioni future. La scienza ci dice che il futuro dell’energia è il nucleare, ma smettetela di cercare di confonderci con le parole, perché ‘fissione’ e ‘fusione’ si assomigliano, è vero, ma sono due mondi opposti. Di certo c’è solo che chi vuole convincerci della bontà del nucleare a fissione, vecchio e pericoloso, lo sta facendo solo per un proprio tornaconto, fregandosene delle nostre tasche, della nostra salute, del futuro delle generazioni a venire.