Il Comune ha indetto la gara per trovare la ditta che si occuperà delle operazioni di demolizione, ma c’è un problema: un terzo degli oltre cento appartamenti dei tre edifici sono nuovamente occupati. “da persone senza fissa dimora e l’area circostante è interessata da fenomeni di abbandono rifiuti”, si legge nella relazione del tecnico.
EDIFICI NON SANABILI
“Il mantenimento degli edifici E – F – G, otre a contrastare con la normativa urbanistica e paesaggistica, crea un luogo di degrado sociale e ambientale, quindi, è necessario procedere alla demolizione. Si specifica che l’area a sottoposta a vincolo archeologico, quindi, si procederà come per le altre quattro palazzine precedentemente demolite”.
SCAVO VIETATO
Tutte le macerie saranno trasferite in discarica – questo rappresenta il costo maggiore – mentre il “materiale selezionato” sarà utilizzato “per il riempimento del piano interrato”.
“Trattandosi di area sottoposta a vincolo archeologico non si procederà a opere di scavo, nello specifico non si rimuoveranno le pareti in cemento armato del piano interrato, utilizzandole come vasca/involucro di confinamento per il successivo rinterro come fatto per le altre tre palazzine demolite e concordato con la Soprintendenza Archeologica”.