Siamo a Roccagorga, sui Monti Lepini in provincia di Latina, dove in primavera si tornerà al voto.
Ecco la nota dell’ormai ex sindaca Piccaro.
“Ancora una volta viene messo a repentaglio il bene della comunità. Oggi sono arrivate in Comune le firme dei 7 consiglieri che hanno scelto di dimettersi in blocco e far ritornare di nuovo Roccagorga commissariata. Dopo giorni in cui ne hanno infilata una dopo l’altra, ecco il momento culminante. Il 25 gennaio si era svolto il Consiglio comunale, durante il quale tutti i consiglieri avevano votato all’unanimità una disposizione prevista dalla Legge di Bilancio varata dal Governo Meloni. Comprensibile che avrebbero dovuto votare contro gli esponenti del Pd. Invece no, tutti hanno votato all’unanimità. Subito dopo, però, si sono dati appuntamento e hanno deciso di richiedere una nuova seduta per presentare una mozione di sfiducia al Sindaco. Non discuto, ne avevano piena facoltà. Anzi, ero stata proprio io a dirglielo durante il consiglio, visto che nessuno si dichiarava disponibile a permettere di poter amministrare il paese.
Proseguiamo con la ricostruzione dei fatti: convocano la riunione dei capigruppo, stabiliscono il nove febbraio come data del Consiglio per la sfiducia. Subito dopo, però, ci ripensano e vanno dal notaio a firmare per le dimissioni congiunte per far cadere l’Amministrazione comunale e condannare di nuovo il paese al commissariamento. Davanti a questa strana sequenza pongo una domanda: sono persone che seguono un ragionamento logico nel mettere in campo azioni che determinano le sorti di una comunità?
In ogni caso, massimo rispetto per le libere scelte di ognuno, perché ognuno si assume le proprie responsabilità. Il problema è che le scelte di 7 persone ricadono su una comunità intera. Io non ho sentito neanche un cittadino, di qualsiasi schieramento, dichiararsi contento di questi comportamenti. Non ho sentito alcun elettore, di qualsiasi schieramento politico, condividere i comportamenti delle persone che hanno eletto. E soprattutto delle persone elette nella mia lista. E’ ammissibile che chi è minoranza eserciti un certo ruolo, ma chi è stato eletto? È veramente ignobile tradire il mandato degli elettori. Questa volta per fortuna sarà più breve il commissariamento perché a maggio o giugno si andrà al voto popolare. Quello stesso voto democratico che loro hanno calpestato in tutti questi anni impedendo ad un’Amministrazione eletta dal popolo di governare. E’ chiaro a tutti il gioco che hanno fatto e a chi dà fastidio che il nostro paese venga governato con onestà e buon senso. Faccio presente che per il bene del paese io li ho contattati tutti i consiglieri. Ripeto, ci può stare che la minoranza non sia d’accordo a far governare l’amministrazione, ma è assurda la posizione degli altri. C’è chi ha risposto che sarebbe rientrato solo se fosse rientrato anche il Pd. Era questa l’unica condizione imprescindibile, tutti insieme appassionatamente. C’è poi chi ha detto tutto ed il contrario di tutto, dicendo di essere andata a firmare perché “costretta”. Mi verrebbe da chiedere…costretta da chi? E c’è ancora chi dà appuntamenti e li salta, li fissa nuovamente e manda un esponente della sua famiglia a portare il suo messaggio, non riuscendo neanche a metterci la faccia. In ogni caso il messaggio, riportato davanti a testimoni, era il seguente: “Non farò cadere l’Amministrazione e costruiremo un percorso che mi permetterà di rientrare perché devo rendere conto al mio entourage che non capirebbe il mio rientro ora”. Il punto è che si tratta di un entourage che non ha dato il suo voto per far eleggere il consiglio. Praticamente ha preso i voti da una parte, ed ora rende conto all’entourage di quell’altra parte: roba da non credere! Le ho provate tutte, ma non c’era proprio verso di trovare un barlume di buon senso, di amore per la comunità e per le sue sorti. Si avvertiva solo un odio cieco e distruttivo”.
“Forse è meglio che sia andata così, piuttosto che trascinare per un altro anno persone che non meritano di rappresentare i bisogni di una comunità. Mi scuso con la comunità intera di aver contribuito a portare al governo del paese chi, evidentemente, non lo meritava e non ha avuto neanche il coraggio di venire di fronte alla comunità stessa ad argomentare le sue “vere” motivazioni. Per loro è stato preferibile mettere una firma e non affrontare il consiglio. Consiglio che io avrei affrontato a viso aperto e a testa alta. Perché non ho nulla da temere, da nessuno”.