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È morto a seguito di una violenta emorragia causata da una circoncisione fatta in casa. Vittima un neonato di appena venti giorni. Una tragedia che ha scosso i Castelli Romani.
È stata la madre, una donna nigeriana, a scendere in strada con in braccio il bambino purtroppo già privo di sensi. A raccogliere la sua richiesta di aiuto sono stati i carabinieri che erano impegnati in un posto di blocco poco distante.
I militari hanno chiamato un’ambulanza scortandola fino al policlinico di Tor Vergata. Purtroppo per il neonato era troppo tardi: è giunto in ospedale che non respirava più.
La tragedia si è svolta nel Comune più piccolo dei Castelli Romani, Colonna.
Le indagini sono seguite dalla procura di Velletri. Si ipotizza che il bambino sia stato sottoposto a un rituale di circoncisione, pratica abbastanza usuale nella comunità nigeriana residente ai Castelli Romani. La madre è stata iscritta formalmente nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta di una donna di 33 anni.
Le indagini dovranno chiarire se la famiglia si sia rivolta a un presunto medico, magari nell’ambito della loro comunità, per eseguire la circoncisione.
Naturalmente quanto accaduto non ha nulla a che vedere con la morte di un altro neonato, appena un mese fa, ad Aprilia. In quel caso il bimbo si trovava in casa, nella culla, quando il suo cuore ha smesso di battere. Una “morte in culla” per la quale i medici non sono ancora riusciti a trovare una spiegazione scientifica.
È invece molto simile a una vicenda accaduta cinque anni fa a uno dei due gemellini nati all’ospedale di Latina e morto a Monterotondo. Un bimbo di due anni nigeriano è morto al Sant’Andrea dopo un intervento “domestico” di circoncisione. La procura di Tivoli aveva disposto l’arresto di un cittadino statunitense di origine libiche di 66 anni, ritenuto responsabile dell’intervento sui due fratellini.