La Camera di commercio di Roma ha verbalizzato Acqualatina e il suo presidente per aver fatturato ad un utente di Nettuno con l’utilizzo di un contatore non a norma, comminando al gestore idrico una sanzione di 206 euro e poi, a distanza di 12 mesi dalla multa, il 15 giugno dello scorso anno, provvedendo anche al sequestro del contatore.
La contesa nasce dalla denuncia di una famiglia di Nettuno, che dopo aver sempre pagato sempre una bolletta media al di sotto dei 200 euro, cinque anni fa si è vista arrivare una fattura da 7mila euro.
Un errore certamente, secondo la famiglia, che ha chiesto il blocco della bolletta e una verifica.
Da allora Acqualatina non ha mai chiesto formalmente il pagamento la somma. Le fatture seguenti, normalizzate, sono state pagate, ma alla fine, per l’insoluto, Acqualatina ha chiuso l’acqua alla famiglia e messo i sigilli al contatore.
Proprio il sigillo ha scatenato l’azione legale e la verifica di un primo fatto importante: il contatore in base al quale Acqualatina inviava le fatture non è quello previsto dalla legge. Ora si resta in attesa che la controversia legale sia affrontata in Tribunale per capire come risolvere la situazione.
Di fatto da tre anni la famiglia ha l’acqua staccata. Ma molte sono le contestazioni addebitate al gestore idrico. Oltre al problema della regolarità del contatore sollevata dalla Camera di Commercio di Roma, secondo la famiglia, non ci sarebbe stata alcuna comunicazione preventiva del distacco, come prevede la norma. Inoltre il sigillo che dovrebbe essere apposto sul contatore è stato invece posizionato sulla parte della rete idrica che appartiene al privato.
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