Il Tribunale amministrativo regionale di Roma ha sospeso le due ordinanze del sindaco di Ardea Maurizio Cremonini datate 14 aprile che dava tempo 10 giorni agli occupanti di liberare gli immobili. A presentare ricorso sono stati gli inquilini che abitano ancora nelle palazzine D, E e F delle Salzare.
«Se da un lato, i ricorrenti non si premurano di indicare il titolo che giustifica la loro presenza all’interno delle palazzine citate (proprietà, residenza, locazione, comodato …..ecc.) e li legittima alla produzione della corrente domanda di giustizia, è pur vero che ciascuna delle ordinanze avversate, tutte di identico sostanziale contenuto, non ricollega il prescritto sgombero alla necessità di demolire ciascuna delle Palazzine per dare esecuzione, tramite rimozione d’Ufficio, alla determina dirigenziale del 1997 con cui ne era stata ingiunta la demolizione alla Lido delle Salzare srl», si legge nel dispositivo.
Il sindaco nelle ordinanze parla della necessità di demolire per «motivi di igiene e sicurezza pubblica»: «motivi solo apoditticamente enunciati e privi del, pur minimo, accenno all’accertamento e/o all’indagine (svolta dalle competenti autorità) che ne avrebbe riscontrata la loro sussistenza», fa notare il giudice; «e cioè all’accertamento dell’esistenza di una situazione di emergenza sanitaria o di igiene pubblica e di una situazione di grave pericolo e minaccia per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana: situazioni queste che, ove effettivamente accertate quali sussistenti (e non meramente ed apoditticamente dichiarate tali), avrebbero potuto costituire idonea base di legittimazione per l’adozione di provvedimenti – contingibili ed urgenti, necessitati in quanto imposti da una situazione emergenziale in atto – di sgombero».
L’ENIGMA DELLE NOTIFICHE
Prosegue il giudice: «Considerato ancora che ciascuno degli atti impugnati – che ordina “lo sgombero di tutti gli occupanti” di ciascuna delle citate Palazzine, prevedendone poi la notifica, mediante affissione, “a tutti gli occupanti senza titolo” – si rivela enigmatico anche in ordine a tale profilo, non essendo chiaro se tutti gli occupanti di ciascuna Palazzina siano senza titolo ovvero se solo alcuni si trovano in tali condizioni ed altri hanno un titolo per permanervi; se i soggetti “senza titolo” abbiano abusivamente occupato le varie unità abitative dopo esservi stati allontanati (in esito, ad es., ad un primo ordine di sgombero eseguito) ovvero abbiano occupato abusivamente dette unità dopo che altri, anch’essi privi di titolo, erano stati allontanati».
TUTTO SOSPESO (PER ORA)
Già lo scorso dicembre la demolizione era vicina, ma le case erano state di nuovo occupate. Poi la nuova ordinanza di sgombero, adesso l’ennesimo stop. «Le ordinanze avversate rimangono esposte alle censure, in parte qua, dedotte in gravame e, conseguentemente, l’istanza monocratica azionata può essere accolta nello stretto arco di tempo che separa dalla trattazione collegiale; e tanto ferma restando la facoltà dell’Autorità comunale di riesaminare nelle more i provvedimenti impugnati al fine di rideterminarsi con ulteriori atti che non presentino le vistose carenze sopra delineate». Appuntamento di nuovo in aula il 30 maggio per la trattazione nel merito.