In particolare, le autorizzazioni comportano che ben duecento medici andranno a rafforzare i pronto soccorso del Lazio, tra cui anche le Aziende sanitarie locali Roma 3 (12), Roma 4 (15) e Latina (33) in riferimento agli ospedali Grassi di Ostia, San Paolo di Civitavecchia e Dono Svizzero di Formia.
Nemmeno un medico all’Ospedale di Anzio, che d’estate copre un bacino di utenza vicino ai 300mila residenti.
L’Ospedale di Anzio attende da due anni la riapertura di del reparto di ginecologia, chiuso perché mancano il medico ginecologo e il pediatra. Su 800 professionisti sanitari assunti non si è trovato il modo, nonostante promesse e annunci, di risolvere questa situazione.
Finora la Regione Lazio ha autorizzato tutte le procedure concorsuali e di stabilizzazione richieste dalle Aziende ospedaliere e dalle Asl, a cui sono demandate sia l’attivazione dell’iter per le assunzioni sia la ridistribuzione delle risorse umane.
Inoltre, la Giunta regionale, presieduta da Francesco Rocca, ha ratificato recentemente l’accordo del 9 giugno scorso, sottoscritto con i sindacati, per le prestazioni aggiuntive dei medici (100 euro lordi l’ora) in servizio nei pronto soccorso, a decorrere dal mese di maggio e per tutto il 2023.
Il provvedimento ha lo scopo di remunerare il servizio prestato nei pronto soccorso dal personale stabilmente assegnato, partendo da 340 euro lordi in più per 65 ore mensili (di cui almeno un turno notturno e/o festivo) per arrivare fino a 1.040 euro per 150 ore (comprensive di 5 turni notturni e/o festivi).
Una delibera che mira a garantire la continuità del servizio sanitario, a riconoscere la gravosità e la complessità dell’attività svolta ed a non incorrere nella “ghigliottina” dei “medici a gettone”, ma anche a valorizzare la crescita professionale del personale dei dipartimenti di emergenza e urgenza.
A cinque mesi dall’insediamento, l’amministrazione Rocca ha già attivato un nuovo processo di potenziamento delle risorse umane del sistema sanitario, con azioni specifiche alla stabilizzazione del personale, alla riduzione del precariato, all’assunzione e alla reinternalizzazione dei servizi.