Lanuvio
Lanuvio (l’antica Civita Lavinia) è un comune italiano di 13 183 abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio. Situato a circa 33 km a sud est della capitale, sui Colli Albani, il suo territorio ricade in parte all’interno dei confini del parco regionale dei Castelli Romani. Il territorio di Lanuvio possiede una lunga tradizione fondiaria, che trae le sue origini dall’epoca romana, passando poi per il Medioevo e Rinascimento. In un documento del 599 d.C. vengono riportati i fondi romani del territorio lanuvino, ormai di età tardo-antica, tutti localizzati e così elencati: il fondo Solonio, dove trascorse l’infanzia l’attore lanuvino Roscio Comedo; Il fondo Antonianus, così chiamato dalla villa degli imperatori Antonino Pio e Commodo, nativi di Lanuvium; Il fondo Bifurco, il cui termine deriva dalla biforcazione del fosso di Ponte Loreto (oggi in località Malcavallo); Il fondo Cassianus, da un possedimento di Cassio Longino, uno dei cesaricidi (oggi a Campoleone); Il praedium Troianum, connesso in qualche modo alle origini troiane di Lanuvio stessa.
Nel Medioevo un documento del 1244 riporta le località del territorio, anche queste localizzate, tra cui: la Piscina Bifurci, con riferimento ad un’area paludosa (oggi Malcavallo). Un’altra piscina medievale è stata localizzata in località Pian Marano, sotto Lanuvio, e quindi nel Medioevo l’intera area a sud di Lanuvio corrispondeva ad un immenso acquitrino. Lo Spinacetum, ovvero un’area boschiva corrispondente all’odierna Selva. L’Insula Lombardorum, nome conservato tutt’oggi in località Le Isole (nel comune di Aprilia), che deriva da un terreno compreso tra due ruscelli, il fosso di Spaccasassi ed il fosso della Farneta, i quali confluiscono tra loro in questo punto. Il confine meridionale del territorio lanuvino era scandito da un fossato artificiale, riportato come formale de Orsano, che correva in linea retta da est ad ovest tagliando il territorio a sud di Lanuvio, quasi parallelo all’odierna Via Carrocceto. Tra gli edifici medievali nel territorio, la chiesa della Madonna della Selva.
Nel Rinascimento nasce il toponimo di Malcavallo (sinonimo di Malpasso, Malcammino), che allude alla difficoltà di attraversare questo tratto della Via Astura, a causa del continuo impaludamento della strada romana in questo punto. In questo periodo sorge Casale della Mandria, raffigurato in una mappa di Cingolani del 1692. La tenuta del casale era separata da Campoleone attraverso un fossato artificiale curvilineo, scavato nel Rinascimento, che ha lasciato il nome all’odierna Via del Formale Rotondo. Nell’Ottocento questa tenuta era divisa in vari quarti, tra cui La Bandita (ovvero un’area boschiva in cui era bandito il pascolo), Camporamorta e Quartaccio (il cui toponimo indica dei terreni non molto fertili e di difficile lavorazione), Selva Nuova, Macchia del Casale etc…