Parliamo dell’immobile scelto dalla giunta Felici per sostituire la scuola media Marone di Pomezia. Tale immobile, situato su via Castelli Romani (per sapere dove si trova, clicca qui), sarebbe un ‘rudere’ per di più ‘fatiscente’, non adatto ad ospitare una scuola, impossibile da ristrutturare in soli due mesi, visto che dovrebbe ospitare le lezioni scolastiche da inizio gennaio 2024, e per di più – dulcis in fundo – che costerebbe una cifra faraonica che sfiora i 6 milioni di euro, di cui 4 da ottenere con un mutuo ultradecennale da richiedere a Cassa Depositi e Prestiti che dovranno pagare le future generazioni. Su tale vicenda è giunto un comunicato stampa del Pd di Pomezia che pubblichiamo per intero.
Contro la scelta immobiliare della Giunta Felici si è attivato di recente anche Giacomo Castro, consigliere comunale di Pomezia della lista Valore Civico (se vuoi leggere l’articolo in questione, clicca qui). La notizia dell’acquisto dell’immobile era stata lanciata la scorsa settimana proprio dal nostro giornale (se vuoi leggerla, clicca qui).
Tornando al comunicato Pd: “Sulla questione legata al plesso scolastico della Marone – scrive in una lunga e dettagliata nota stampa, per l’appunto, il PD pometino – noi abbiamo chiaro che in gioco ci sono la vita degli studenti , delle loro famiglie e il futuro della città. È con questo spirito che abbiamo affrontato i lavori della Commissione trasparenza che abbiamo fortemente richiesto. Dal risultato che è emerso appare chiaro: le decisioni dell’amministrazione Felici sembrano non rispettare né l’uno, né l’altro.
Alcune delle questioni emerse dalle nostre domande:
1. L’Ente ha individuato l’immobile con una procedura tenuta aperta 5 giorni. Allo scadere dei 5 giorni, ha ritenuto che, tra le tre proposte presentate, quella con l’immobile in via dei Castelli Romani fosse la migliore;
2. Abbiamo ottenuto la documentazione sullo storico dell’immobile. La studieremo a fondo.
3. La Sindaca ha specificato che, nelle prossime settimane, l’amministrazione valuterà e ci dirà se questo immobile risponde ai requisiti che la stessa si è data. Ha inoltre confermato che, a loro avviso, l’immobile è in centro abitato, facilmente raggiungibile a piedi, lontano da strade ad alto scorrimento (a noi sembra follia).
4. La Sindaca ha confermato che nell’individuazione dell’immobile non è stata presa in considerazione la valutazione d’impatto sul traffico e sulla mobilità, nonostante l’impatto sulla viabilità fosse uno dei punti su cui si fondava l’avviso pubblico del Comune. Secondo questa amministrazione, questa è una valutazione che andrà fatta dopo. L’assessore Barone, nel corso della seduta, ha anche aggiunto che il traffico a Pomezia c’è già e non si può pensare di fermare questa scelta per paura del traffico (altra follia); nessuna valutazione, inoltre, è stata fatta sulla sicurezza degli studenti, dato che non ci si è chiesto come facciano i ragazzi ad arrivare visto che non ci sono neanche i marciapiedi. Come ci arrivano 800 ragazzi in quella scuola?
5. Non esiste un piano B. La delibera approvata prevede che la scuola sia pronta entro il 22/12. Abbiamo chiesto cosa succederebbe se ciò non accadesse. La risposta è stata una non risposta. Non esiste un piano B. Bene ha fatto, su questo, la consigliera del M5S Navisse a sottolineare che, in caso di ritardo, una eventuale proroga falserebbe la validità dell’avviso. È infatti probabile che qualcun altro avrebbe partecipato all’avviso se avesse saputo che il tempo a disposizione sarebbe stato maggiore.
6. Abbiamo fatto notare che non è obbligatorio acquistare un immobile per risolvere il problema. Soprattutto se l’immobile non rispetta i requisiti. Capiamo benissimo la contrarietà dei genitori ai container. La condividiamo appieno e siamo contrari. Si poteva pero, ad esempio, pensare di costruire dei prefabbricati dedicati e identici ad una scuola. Lo abbiamo fatto presente alla sindaca che ha risposto che questa è una soluzione da attuare in caso di emergenza e noi non siamo in emergenza. Quando le abbiamo fatto notare che la procedura per la scelta dell’immobile è durata solo 5 giorni, che i tempi sono troppo stretti, che non c’è un piano della mobilità e del traffico, ci ha risposto che è dovuto al fatto che è stata chiamata a scegliere in una situazione di emergenza. La stessa che aveva negato poco prima (forse è un po confusa).
Cosa fare, dunque?
A noi interessa solo risolvere il problema. Ecco perché proponiamo una cosa molto semplice: convochiamo immediatamente un consiglio comunale dedicato. Capiamo, anche insieme alle famiglie, agli uffici comunali e ai tecnici qual è la migliore soluzione per la città. Stiamo rischiando di fare scelte che non soddisfano nè gli studenti nè famiglie della scuola Marone, nè il futuro della nostra città. Danilo Risi (segretario PD). Eleonora Napolitano, Martina Battistelli, Alessio Caporaletti, Rosaria Del Buono, Enrico Mangano (Gruppo consiliare PD Pomezia)”.
Le dichiarazioni del Presidente Alessio Caporaletti
“Noi capiamo – tuona il presidente pometino ella Commissione Trasparenza, Alessio caporaletti – la scelta politica di cercare un bene che resti a patrimonio, quindi non a noleggio. Può in linea di massima essere condivisibile. Però l’immobile individuato non soddisfa requisiti minimi, dalla viabilità alla legge sull’edilizia scolastica, e nemmeno quelli posti sulla delibera di indirizzo da loro prodotta e che ha dato inizio a questo iter . Inoltre in commissione abbiamo fatto presente che spendere sei milioni di euro è una responsabilità che richiede di conoscere anche i progetti futuri sull’immobile, quando tra due anni gli studenti torneranno nelle scuole ristrutturate.
“Era necessario fare questo passaggio in commissione, adesso deve essere il consiglio comunale ad esprimersi: noi come Partito Democratico – come detto chiaramente dal segretario e dal gruppo consigliare- chiederemo un passo indietro sulla scelta dell’immobile da parte del Sindaco Felici.
Da quando ci siamo insediati abbiamo chiesto alla maggioranza di occuparsi della questione, quindi non devono dire a noi che c’è urgenza, lo abbiamo sempre sostenuto. Però non si fanno scelte scellerate in nome dell’urgenza.
Siamo pronti anche a collaborare, ma su soluzioni che non rappresentino un danno economico per il nostro comune, un rischio per gli studenti che devono usufruire della nuova soluzione e un blocco del traffico cittadino già congestionato in quel quadrante.”