Esposta già al museo delle navi romane, effigia un imperatore seduto in posizione divina, sul trono maestoso. E tutto coincide visto che si sa che amava essere celebrato così, credendosi un dio a tutti gli effetti. Dopo le successive e dovute ricerche, si è venuti alla conclusione che l’opera doveva provenire per forza dalle zone del lago di Nemi e quindi si è cominciato a fare le indagini del caso. Il ninfeo era situato in un promontorio e dominava completamente lo specchio lacustre, dove era sito anche il tempio di Diana, dea alla quale Caligola era molto devoto. La cornice doveva essere unica: il ninfeo grandioso e poi le due navi romane che dominavano il lago: una utilizzata per raggiungere il tempio e l’altra per finalità di culto. Dalla villa era possibile scorgere addirittura Anzio, città natale dell’imperatore, dove la leggenda vuole che desiderasse spostare la capitale dell’impero.
Una posizione strategica. Al di sopra della villa vi erano due scalinate, che conducevano al ninfeo e al teatro. Il tutto doveva essere ricco di colonne e statue grandiose. «Siamo molto contenti del ritrovamento che è stato fatto, soprattutto perché pone Nemi tra i maggiori siti archeologici di tutto il Lazio -, afferma il sindaco di Nemi Alberto Bertucci -. «Siamo convinti che bisogni investire sempre di più sulla cultura e per questo cercheremo di aprire al più presto il sito al pubblico». Tutte le operazioni sono guidate dalla dottoressa Ghini, responsabile già del museo delle navi romane.