“In occasione della Giornata nazionale degli alberi (21 novembre) – si legge – si è tenuto questa mattina presso il Parco dell’Ombrellino l’incontro promosso dall’Associazione Italia Nostra con lo scopo di valorizzare e far comprendere, specialmente ai più piccoli, l’importanza del rispetto del patrimonio arboreo.
Gli alunni dell’Istituto Comprensivo Frascati 1, presenti all’iniziativa, hanno infatti preparato dei lavori per celebrare il patrimonio ambientale e hanno assistito, insieme alla sindaca Francesca Sbardella, all’assessore alle politiche Scolastiche Matteo Filipponi e al presidente del Consiglio comunale Corrado Spagnoli, alla piantumazione di un nuovo albero, un piccolo leccio donato dalle ditte Ecodef s.r.l. ed Edil Verde, che da oggi arricchirà il parco”.
Il Parco dell’Ombrellino
Situato a sud-est di Frascati lungo il viale anticamente denominato “del paradiso” che conduce alla villa Falconieri e al Tuscolo, il Parco dell’Ombrellino deve la sua creazione al principe Filippo Massimo Lancellotti, che acquistò nel 1866 la proprietà già dei Piccolomini e da questi ceduta nel 1840 al barone Francesco De Melhem.
Il nucleo originario della villa fu voluto dagli oratoriani di San Filippo Neri che ne iniziarono la costruzione nell’ultimo quarto del XVI secolo, avvalendosi della collaborazione, soprattutto economica, di Silvio Antoniano (detto “Il poetino”). L’opera fu in seguito proseguita dal Cardinal Alfonso Visconti, affittuario della villa per alcuni anni, di cui sono ancora visibili alcuni stemmi all’interno dell’edificio. Con la morte del Visconti, avvenuta nel 1608, si concluse la prima fase costruttiva della villa. Un anno dopo, venne venduta dagli Oratoriani al duca Mario Mattei e, forse nel 1612, dal Mattei a Ferdinando Gonzaga che, nel 1617, la cedette a sua volta al banchiere pisano Roberto Primo (o Primi), tesoriere di Papa Paolo V Borghese.
In seguito al matrimonio di Caterina, figlia di Roberto Primo, con un Piccolomini, la Villa passò alla nobile famiglia senese che ne rimase proprietaria per oltre 2 secoli. È probabile che in alcuni periodi la villa fosse ceduta in affitto. Si potrebbe spiegare così il passo di un documento del 22 agosto 1620, pubblicato da F. Grossi Gondi (“La villa dei Quintili e villa di Mondragone”, Roma 1901, p. 245), secondo cui la proprietà in quel periodo sarebbe stata del Cardinal Capponi.
Tralasciando le varie discrepanze nella cronologia dei vari passaggi di proprietà della costruzione, è certo che l’aspetto ancor oggi visibile dell’edificio si deve ai Piccolomini che, nel corso dei secoli XVII e XVIII, ne ampliarono il nucleo originario con l’aggiunta di altri corpi di fabbrica e provvidero alla decorazione di alcune sale interne.
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