Per richiamare l’attenzione su una tematica che ha raggiunto vertici di forte drammaticità ultimamente, alla luce di episodi luttuosi – 105 finora le vittime dall’inizio dell’anno – che si ripetono in tempi sempre più ristretti, si è tenuto, moderato dalla giornalista Katia Farina, presso la sala consiliare, patrocinato dal Comune di Nettuno e promosso dall’Istituto Culturale Italo-tedesco, AIDE – Associazione indipendente donne europee – Proloco, un partecipato incontro dal tema “sotto traccia, storie di donne invisibili”, con l’intervento del Prefetto Antonio Reppucci, Presidente della Commissione Straordinaria del Comune di Nettuno e di relatrici, tutte donne, ciascuna versata in un ambito, ma avente come denominatore comune la volontà di aiutare con passione e slancio etico donne vittima di violenza, di manie di controllo e di prevaricazione, segnali che dovrebbero far scattare l’allarme e i conseguenti accorgimenti.
Dopo l’intervento del Dott. Giorgio Domenico Pagliuca, Presidente dell’Istituto Cultura Italo-Tedesco di Anzio-Nettuno, Maria Pia Baldo, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Anna Silvia Angelini, Presidente dell’AIDE, Suor Giulia della Congregazione Suore Passioniste di San Paolo della Croce, Marina Baldi – genetista forense, Loretta Giacomozzi, assistente sociale, Giuliana De Arcangelis, la prof.ssa Alessandra Conti, hanno svolto ampie ed articolate relazioni molto apprezzate dal folto pubblico, con intermezzi musicali a cura del “Vaso di Pandora” con la cantante Maria Ausilia d’Antona ed il chitarrista Gabriele Falconi.
Negli Istituti scolastici del territorio, sensibili alla tematica, si sono susseguiti, specie negli ultimi giorni incontri per richiamare le attenzioni degli studenti sulla problematica socio culturale e sulla necessità di relazioni serene, equilibrate, rispettose dell’altro-altra e dei suoi diritti civili, senza dover subire prevaricazioni, limitazioni, imposizioni, sofferenze.
Domenica 26 novembre , promosso dal centro antiviolenza “Marielle Franco”, al Forte Sangallo si terrà un evento che comprende momenti dedicati alla danza, letture, monologhi recitati in LIS (Lingua dei Segni Italiana) e musica dal vivo per una riflessione e condivisione su stereotipi e disparità di genere.
Il 30 novembre prossimo presso l’I.C. Nettuno IV sarà inaugurato il murales “Come una farfalla”, (frase ricavata da un pensiero di Alda Merini “Ma da queste profonde ferite usciranno farfalle libere”), con successivi interventi istituzionali e la presentazione di un progetto preparato da Carlo Eufemi, Dirigente Scolastico. Le iniziative promosse e promovende si propongono di svolgere una forte e costante sensibilizzazione su una tematica che, purtroppo, ci trova ancora silenti e indifferenti, visti il ripetersi di episodi di violenza e sopraffazione, anche con esiti spesso letali, espressione evidente e chiara del persistere di una cultura patriarcale del possesso con uomini violenti, insicuri, narcisi, istrionici, paranoici.
Ancora troppi uomini, purtroppo, negano la libertà delle donne, siano essi mariti, conviventi, partner, o ex, ma anche fratelli, padri, che esprimono con violenza fisica, morale, sessuale, economica, psicologica evidenti carenze ed inadeguatezze di formazione sentimentale, affettiva e culturale.
Dagli incontri che si tengono in tanti contesti, istituzionali e non, emergono a livello di contrasto, e quindi di rimedi necessari, l’ineludibile esigenza di contrastare violenze e sopraffazione, attraverso un sistema di prevenzione che punti a una rivoluzione culturale partendo dalla famiglia, proseguendo con la scuola e la società civile, coinvolgendo i mass media nella diffusione di modelli etici positivi, a fronte di tanti estetici negativi, consapevoli che le tecnologie spesso usano toni, linguaggi, lessici, testi e titoli che possono portare a conseguenze deleterie e controproducenti per la sfera affettiva, emotiva, relazionale e sentimentale di tanti uomini, giovani e meno giovani, ancora più devastanti in soggetti con cultura patriarcale del possesso, privi di personalità armonica ed equilibrata.
Altra necessità costantemente emersa e sicuramente da potenziare è l’ambito dell’assistenza legale, medica, psicologica della vittima con il rafforzamento dei centri di ascolto e di accoglienza ed una giustizia più celere, come peraltro previsto dalle recenti normative (codice rosso).
La vita è tuttora impregnata di cultura maschilista di cui dobbiamo liberarci e, pertanto, occorre intervenire a più livelli e varie direzioni per garantire la libertà di genere, destrutturare odiosi stereotipi. Ci siamo quasi abituati all’idea che la donna è vittima per antonomasia e ciò perché si fa ancora troppo poco per la prevenzione e non si può parlare solo di cultura patriarcale, maschilista, virilità tossica; bisogna, però, assolutamente evitare due derive che sembrano emergere: giustizialismo da una parte, e sociologismo dall’altra.
Arranca ancora il cambiamento culturale, perché se a scuola il messaggio arriva ai ragazzi, ogni sforzo è vano ed è anche difficile intervenire sui sintomi sentinella o intercettare il rischio reale, se a casa il rapporto tra genitori o tra fratelli e sorelle è squilibrato e tossico.
Un pool di esperti che sappiano cosa fare con certezza, nelle scuole, negli ospedali ed in altri contesti aggregativi pubblici, contribuirebbe a fare emergere criticità conseguenti a culture arcaiche e patriarcali o riconducibili ad anomalie e disfunzioni della sfera psichica e psicologica, a carenze cognitive e comportamentali.