“Il Comune di Genzano di Roma e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti – si legge nella comunicazione municipale – presso la sala Rossa del Cinema Cynthyanum, presentano alla cittadinanza il progetto PNRR Villa degli Antonini: restauro, riqualificazione e valorizzazione per la fruizione al pubblico.
Le presenze istituzionali
Alla presentazione interveranno il Sindaco di Genzano Carlo Zoccolotti, Arch. Lisa Lambusier, Soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti; Dott.ssa Simona Carosi, Responsabile Unico del Progetto-Arch. Valentina Milano, Direttore dei Lavori, Soprintendenza ABAP; Prof.ssa Deborah Chatr Aryamontri, Department of Classics and General Humanities – Montclair State University e co-direttrice del ‘Villa of the Antonines’ Project; Arch. Laura Gasseau, progettista incaricata.
La Villa degli Antonini
Situata nei pressi di viale del Lavoro, risale alla fine del I sec. a.C. – II sec d.C. La Villa degli Antonini, situata tra il XVIII e il XIX miglio della via Appia Antica, è una delle numerose ville suburbane che fin dall’epoca tardo-repubblicana vennero a popolare la fascia meridionale dei Colli Albani e di cui ci danno notizia le fonti antiche.
Dalla metà del XVII sec. la zona viene identificata con il toponimo “La Villa”, per la presenza della villa baronale di Giangiorgio Cesarini. A rendere possibile l’identificazione della Villa con quella degli Antonini è stato il rinvenimento, nel XVIII sec. d.C., di numerosi ritratti degli imperatori della famiglia antonina, conservati oggi ai Musei Capitolini.
Il complesso della Villa, che si estendeva per cinque ettari, si sviluppa su due livelli, di cui quello inferiore riveste una duplice funzione, sostruttiva e di servizio. Allo stato attuale delle ricerche non è possibile comprendere le reali dimensioni dell’intera struttura ed affermare con certezza quale fosse la sua funzione.
Si deve supporre che il complesso residenziale terminasse proprio con ciò che risulta visibile ancora oggi e che probabilmente sia da ricollegare ad un impianto termale in dotazione alla villa.
Le fonti antiche, in particolare Giulio Capitolino (Roncoroni, 1972, p. 85) ed Elio Lampridio (ibidem, p. 183 ss) ci informano che in questa villa nacquero gli imperatori Antonino Pio nell’86 d.C. e lo stravagante Commodo (Lanuvium, 31 agosto 161 – Roma, 31 dicembre 192), figlio di Marco Aurelio, l’Imperatore filosofo che vi dimorò spesso e combatté nell’anfiteatro della villa come gladiatore. Questa arena di oltre 35 metri per 24, una struttura esterna di oltre 50 metri per 40, una superficie della cavea di oltre 9mila metri quadrati, e una capienza di oltre 1300 posti, sarebbe databile alla metà del II secolo d.C. Probabilmente dopo la morte di Commodo, la villa passò al demanio imperiale per poi confluire, in epoca medievale, nel patrimonio ecclesiastico.
Non si hanno più notizie del complesso fino al 1410, quando l’antipapa Giovanni XXIII con una bolla del 18 luglio concesse il Monastero di San Lorenzo con tutte le sue proprietà ai Colonna, signori di Civita Lavinia.
I Colonna mantennero il possesso della zona fino al 1564, quando Marcantonio Colonna vendette a Giuliano Cesarini i castelli di Civita Lavinia ed Ardea.
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