Le parole di Fabio Angeletti
“Parrocchia Pontificia San Tommaso da Villanova – scrive Fabio Angeletti – Presepe 2023 pronto. Presentazione al pubblico ore 10:00 del giorno 8 dicembre 2023 a cura del Parroco Don Tadeusz Rozmus. Un particolare grazie a Maurizio Carosi che ha fortemente voluto l’esposizione del mio lavoro e a Don Taddeo che mi ha concesso l’onore di ospitarlo all’interno della Parrocchia Pontificia di Castel Gandolfo”.
Il palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, la storia
Il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo (o Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo) è un museo appartenente alla Santa Sede. Sino al pontificato di Benedetto XVI è stato una residenza papale suburbana. Esso si trova all’interno della zona extraterritoriale delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, sui Colli Albani, circa venti chilometri a sud di Roma.
L’extraterritorialità delle Ville Pontificie, frequentate per la villeggiatura dai papi fin dai tempi di Urbano VIII, era stata concessa alla Santa Sede con la legge delle Guarentigie, nel 1871 (assieme alla basilica e al palazzo del Laterano, a Roma); ed è stata riconfermata con i Patti Lateranensi nel 1929. I pontefici erano soliti recarsi a Castel Gandolfo almeno una volta l’anno, d’estate. Papa Francesco non ha mai utilizzato questo palazzo per dimora estiva. Il palazzo è parte integrante dell’area di oltre 55 ettari che costituisce il complesso delle Ville Pontificie.
Acquisito dalla Camera Apostolica nel luglio 1596 e incorporato come patrimonio inalienabile della Santa Sede il 27 maggio 1604, il territorio di Castel Gandolfo fu prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi, a cominciare da Urbano VIII che, subito dopo la sua elezione a pontefice (1623), diede avvio alla costruzione di un edificio sul sito della villa romana dell’imperatore Domiziano, probabilmente sorta a sua volta sull’acropoli dell’antica Alba Longa.
Il progetto del palazzo pontificio (il suburbano recesso, come venne allora chiamato) fu affidato a Carlo Maderno che lo realizzò con l’aiuto dei suoi assistenti Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli (1629). Benché promotore della sua costruzione, Urbano VIII non vi abitò mai preferendo risiedere nella vicina Villa Barberini, appartenente al nipote Taddeo Barberini. Il primo pontefice a villeggiarvi fu dunque il senese Alessandro VII, che completò l’edificio con la facciata principale e l’ala occidentale, cui contribuì anche Gian Lorenzo Bernini.
Trascurata per circa un secolo, la villa di Castel Gandolfo tornò ad essere frequentata nel Settecento con papa Benedetto XIV, che la ristrutturò apportandovi modifiche e nuove decorazioni. Altrettanto fece Clemente XIV, che inoltre acquistò la limitrofa Villa Cybo (1773) ampliando a parco l’originario giardino di Urbano VIII. Occupata e gravemente danneggiata dalle truppe napoleoniche, fu restaurata da Pio VII e Pio VIII.
In seguito fu particolarmente utilizzata come residenza estiva da Gregorio XVI e poi, almeno fino al 1870, da Pio IX; entrambi i pontefici vi apportarono ulteriori migliorie. Dal 1870 però, con la fine dello stato pontificio, venne abbandonata dai papi, come tutte le altre residenze possedute fuori Roma, per “rinchiudersi” in Vaticano in segno di aperta protesta contro lo Stato italiano.
Nel 1929, con la nascita dello Stato della Città del Vaticano e il relativo trattato, le ville papali di Castel Gandolfo (cui ora si aggiungeva la vicina Villa Barberini), pur rimanendo giuridicamente territorio italiano, furono dichiarate dominio extraterritoriale pontificio; e proprio con papa Pio XI il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo ritornò ad essere la residenza estiva dei papi. Pio XI fece anche realizzare dall’architetto Giuseppe Momo i collegamenti fra le tre proprietà, confinanti ma divise dalla rete stradale pubblica: una loggia per unire il Palazzo Apostolico a Villa Cybo e un cavalcavia per mettere in comunicazione il giardino di quest’ultima con quello di Villa Barberini.
Nel 1934, inoltre, lo stesso pontefice fece allestire all’ultimo piano del Palazzo Apostolico, sotto la torre, la sede dell’osservatorio astronomico vaticano, noto anche come Specola Vaticana. Con l’ulteriore acquisto di alcuni terreni verso Albano Laziale, vi si poté installare infine una piccola azienda agricola cosicché l’insieme delle proprietà pontificie a Castel Gandolfo, tutte collegate fra di loro, costituisce oggi un unico vasto parco, la cui estensione di circa 55 ettari è superiore a quella dello stesso stato vaticano. Lo stesso palazzo ha visto, nel 1958 e nel 1978, i decessi di due papi, rispettivamente Pio XII e Paolo VI.
Il palazzo venne in seguito utilizzato abitualmente dai papi come residenza nei periodi di riposo, tanto che Giovanni Paolo II definì Castel Gandolfo il «Vaticano Due»; in tali occasioni la recita domenicale dell’Angelus avveniva all’interno del cortile. Nel 2010 si è tenuta a Castel Gandolfo l’Udienza generale nella piazza esterna, per la prima volta nella storia. Dal 28 febbraio al 2 maggio 2013 vi ha risieduto temporaneamente Benedetto XVI dopo aver rinunciato al Ministero Petrino.
Il 21 ottobre 2016, per decisione di papa Francesco, il Palazzo ha dismesso le sue vesti di residenza estiva papale ed è diventato ufficialmente un museo (niente osta comunque ad un suo reintegro nelle funzioni originarie da parte di un nuovo pontefice).
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