La scrittura collettiva dei 26 racconti
Bocci, dopo aver pubblicato lo scorso anno il volume “Andavamo in vacanza a Torvajanica”, sperimentando con successo la narrazione collettiva di persone desiderose di ricordare una Torvajanica che non esiste più, ha voluto utilizzare la stessa metodologia per un libro dedicato al Lago Albano di Castel Gandolfo.
È nato così questo progetto di scrittura collettiva al quale hanno collaborato più di quaranta persone con i loro ricordi, sia scritti che verbali, frutto di decine di interviste, e con le immagini struggenti di vecchie foto e di cartoline illustrate. Il libro, con la prefazione dello scrittore Aldo Onorati, contiene ventisei racconti, di cui dieci scritti da Maurizio Bocci, responsabile anche del progetto editoriale, mentre gli altri sedici sono stati elaborati da: Luciano Mariani Pagnanelli, Sandro Caracci, Roberto Salustri, Elena Allegrini, Pierpaolo Chiarini, Aldo Onorati, Fabrizio Valeri, Carlo Guarinoni, Saverio Salamino, Edoardo Silvestroni, Paolo Enrico Gasperini, Carla Miscoli e Michele Soldovieri.
Il lago, un bene comune
La scelta di questa narrazione collegiale non è casuale. Infatti l’intento dichiarato di Bocci è quello di ricordare a tutti gli abitanti dei Castelli Romani che questo specchio d’acqua è un vero e proprio “bene comune” e, quindi, tutti noi dovremmo impegnarci per salvare il suo patrimonio ambientale e sentirci offesi all’idea che qualcuno possa alterarlo per speculazioni o fini personali.
Tutto questo raccontato da chi ha vissuto quei momenti irripetibili, quando le acque del Lago Albano arrivavano a ridosso del sentiero sterrato che lo circondava, i bagnanti affittavano i costumi dalla sora Vittoria e si tuffavano dal pontile dei bagni di sor Pasquale e i pescatori riempivano le loro reti di trote, coregoni e persici reali.
Miti e leggende
Ma questo non è soltanto un libro di ricordi. Oltre alle testimonianze dei lagaroli e della gente dei Castelli, c’è la storia del lacus Albanus, raccontata attraverso gli studi di Giuseppe Lugli; i miti e le antiche leggende legate a questo luogo per tanti versi misterioso; le storie di alcuni fatti di sangue avvenuti tanti anni fa; l’epica storia dei canottieri di Castel Gandolfo; il lago come set cinematografico; il racconto, dietro le quinte, delle Olimpiadi del ’60; il suo patrimonio ambientale, per il quale questo luogo è Zona di Protezione Speciale e Sito d’Importanza Comunitaria e, per finire, la triste storia di quello che sta accadendo da quasi quarant’anni e che ha prodotto l’abbassamento di oltre sette metri del livello delle sue acque.
Il lago, in una situazione drammatica
L’auspicio di Maurizio Bocci è che questo libro, il primo dedicato al Lago Albano, possa accendere i riflettori sulla drammatica situazione di questo specchio d’acqua che sta morendo nell’indifferenza generale delle istituzioni, dei mass media e della gente che vive nei Castelli Romani.
Il libro è in vendita presso l’edicola di Castel Gandolfo e nelle seguenti librerie: Caracuzzo (Albano); The Book (Genzano); Adeia (Grottaferrata) e Ven,Pr,Ed. (Marino).
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