5 arrestati e 2 sospesi
Tre imprenditori e due responsabili di una società di consulenza sono finiti agli arresti domiciliari in ottemperanza all’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. L’accusa è di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Sul fronte Anas sono due al momento le persone coinvolte. Si tratta di un dirigente e di un funzionario, che sono stati sospesi dallo svolgimento del pubblico ufficio. L’accusa per loro è di aver messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche. In pratica avrebbero fornito informazioni e documenti riservati al fine di garantire alle imprese rappresentate dai 5 arrestati l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro. Con lo stesso fine i due dipendenti Anas avrebbero anche avvicinato indebitamente membri delle commissioni di gara per favorire gli arrestati.
Appalti e carriere
Secondo quanto ricostruito dai magistrati della Procura della Repubblica di Roma, grazie al lavoro svolto nelle indagini effettuate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, i vantaggi per il dirigente e il funzionario dell’Anas sarebbero consistiti in avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali ottenute proprio grazie all’intervento dei consulenti arrestati. Un “do ut des” da manuale.
Essendo le indagini nella fase preliminare, nella quale vige la presunzione d’innocenza, le accuse dovranno poi essere confermate dallo svolgimento di un processo che chiarirà le rispettive responsabilità. È logico pensare che gli avvocati difensori degli accusati impugneranno il provvedimento del GIP nelle sedi competenti.
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