Continuerà dunque l’utilizzo del sistema arretrato dei cassonetti che incentiva la produzione di rifiuti indifferenziati da gettare in discarica (che si pagano profumatamente) e riduce gli introiti derivanti dal riciclo dei rifiuti in quanto la poca differenziata prodotta è una differenziata “sporca” e fatta male e quindi riduce la frazione di rifiuto valorizzabile e i proventi che il Comune potrebbe incassare. Dal 2011 al 2012 il costo per la differenziata cresce di 300 mila euro (da 1 milione 514 mila a 1 milione 837 mila), ma la quantità della raccolta non aumenta. Il costo per il “rassetto a terra” dei rifiuti affidato alle cooperative; inoltre, costa 500mila euro l’anno.
A completare il quadro di questo maldestro modello che propongono gli amministratori, mancano: la raccolta degli oli esausti, che era stata promessa non è mai partita, la campagna di comunicazione e sensibilizzazione che è stata ridotta stanziando 43 mila euro in meno, la raccolta dei differenziati ingombranti presso le isole ecologiche itineranti, che è stata avviata solo per metà perché, nonostante le promesse, il sistema degli Ecopunti che doveva garantire sconti in bolletta ai cittadini non è stato avviato. «Per spiegare quanto male sta facendo questa maggioranza al settore – dice Sarubbo – basta fare il paragone infelice con chi li ha preceduti. In sostanza addirittura Zaccheo è riuscito a fare meglio di loro, facendo partire la differenziata nei borghi e raggiungendo percentuali del 31%, dalle quali non si riescono più a “schiodare” Cirilli e soci».