Tanti gli artisti sul palco, in uno spettacolo ideato da Simone Sala, direttore artistico e pianista dello show. Sarà infatti presente l’Orchestra da Camera di Latina, il Maestro Antonello Capuano, Simona Boo e Arturo Caccavale (voci), Alessandro Florio (chitarra), Oreste Sbarra (seconda batteria), Maurizio Turriziani (contrabbasso e basso elettrico).
A garanzia di una serata imperdibile, due ospiti speciali: Tony Esposito e Tullio De Piscopo, storici musicisti della band di Pino Daniele, scomparso ormai 9 anni fa.
“Un’orchestra per Pino Daniele” ha il patrocinio della Provincia e del Comune di Latina ed è sostenuto dall’Associazione Culturale Eleomai. Eleomai è una realtà associativa nata nel 2014 a Latina che opera nel settore della promozione e diffusione di attività culturali, didattiche, musicali, sociali, in difesa dell’ambiente e delle pari opportunità. L’Associazione vanta collaborazioni importanti e una fervente partecipazione alla vita culturale della città.
L’evento “correrà” poi in Abruzzo, rispettivamente a Sulmona (sabato 2 marzo) e ad Avezzano (domenica 3 marzo).
“Un’orchestra per Pino Daniele” è uno show nato dal desiderio di riarrangiare i brani più celebri dell’artista, ma anche di riscoprirne la poliedricità, godendo dell’ascolto di brani meno conosciuti, ma ugualmente intensi e intrisi di poesia. L’obiettivo principale del concerto è sicuramente quello celebrativo. Pino Daniele è stato e continua ad essere un simbolo della cultura partenopea e della storia musicale italiana.
Biglietti in prevendita da:
Blu Ticket – Centro Commerciale Latina Fiori
Il Toscano – Latina Scalo
On line su boxol.it
Chi era Pino Daniele?
Pino Daniele nasce a Napoli il 19 marzo del 1955, primo di cinque fratelli. A soli 14 anni prende in mano la chitarra e fa esperienza, da autodidatta, in piccoli gruppi musicali. Grazie ai primi consensi di pubblico, viene notato dal produttore discografico Claudio Poggi, che lo segnala alla casa discografica EMI. È proprio EMI che ospiterà il suo primo disco: “Terra Mia”.
La carriera musicale di Pino Daniele non è esente da difficoltà. Il suo sound, infatti, è del tutto nuovo e l’imporsi del dialetto nelle canzoni inizialmente non mette d’accordo tutti. Almeno fino all’uscita della famosissima “Je so pazzo”, candidata al Festivalbar. Renzo Arbore ospiterà Pino alla trasmissione radiofonica “Alto gradimento” e a quella televisiva “L’altra domenica”.
Il successo è decretato dai due album del 1980 e 1981: “Nero a metà” e “Vai mò”, contenenti brani della portata di “A me me piace ‘o blues” e dell’intramontabile “Quanno chiove”.
Pino Daniele gira l’Italia, riempiendo gli stadi delle maggiori città. Ad accompagnarlo una band affiatatissima composta da James Senese al sax, Toni Esposito alle percussioni, Tullio De Piscopo alla batteria, Joe Amoruso al piano e tastiere, Rino Zurzolo al basso.
Nel 1983 fonda anche una sua etichetta discografica per produrre nei neonati studi di registrazione BAGARIA, a Formia. Nel 1989 compone le musiche per il film di Massimo Troisi “Le vie del Signore sono finite”. Per Troisi aveva già composto la colonna sonora del film “Ricomincio da tre” (1981). Nel 1991 tornerà a farlo per il film “Pensavo fosse amore e invece era un calesse”.
Negli anni successivi Pino Daniele si lascia contaminare, rinunciando ad un po’ di napoletanità. Questo è ravvisabile nei suoi album “Non calpestare i fiori nel deserto” e “Dimmi cosa succede sulla terra” e dalle collaborazioni con grandi artisti del panorama musicale italiano. In questi anni Pino infatti collabora con artisti della portata di Giorgia, Jovanotti, Eros Ramazzotti, Irene Grandi, Francesco De Gregori, Ron, Fiorella Mannoia, ospiti anche nelle sue tournée.
Per i quasi trent’anni di carriera, nel 2004 esce un cofanetto di 53 brani, “Pino Daniele Platinum Collection” (EMI), che ripercorre tutta la sua storia musicale.
La sera del 4 gennaio 2015 Pino, che soffriva di seri problemi cardiaci, viene colto da infarto presso la sua villa in Toscana. Giunto all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, ne viene dichiarato il decesso dopo ripetuti vani tentativi di rianimazione.
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