Rocca di Papa, le antenne di Prato Fabio (Madonna del Tufo) vanno rimosse
Il 18 gennaio 2024 il Consiglio di Stato si è pronunciato sugli appelli proposti dalle emittenti destinatarie delle ordinanze di demolizione delle antenne abusive in località Prato Fabio (Madonna del Tufo).
Le ordinanze 79/80/81 del 16/08/2019, mai sospese e quindi sempre esecutive, sono state ritenute ineccepibili dal punto di vista giuridico. Il Consiglio di Stato ha ordinato all’autorità amministrativa di eseguire la sentenza.
Corrette le ordinanze comunali del 2019
Finalmente i giudici hanno chiarito che non esiste nessuna previsione normativa che imponga al Comune di individuare siti alternativi ove i manufatti possano essere trasferiti. Oggi è evidente che chi, in consiglio comunale, ha bocciato la mozione per re-istituire l’ufficio per la demolizione delle antenne. Costoro hanno solo ha dimostrato di voler continuare a temporeggiare. Le dichiarazioni e le affermazioni rilasciate in quella sede, da alcuni consiglieri, dimostrano scarsa conoscenza della materia e gestione amministrativa dell’Ente.
Rocca di Papa, nessun obbligo di delocalizzazione
Le sentenze pubblicate in queste ore scolpiscono in modo definitivo l’obbligo da parte dell’amministrazione di trovare il coraggio di procedere nelle attività lasciate in sospeso da oltre un anno. Dopo aver speso denaro pubblico e risorse umane per incarichi tecnici e per attività propedeutiche alle demolizioni, da novembre del 2022 non si è perso solo tempo. Si sono generati mancati introiti per le casse del comune, oltre all’ingiustificata mancata attuazione delle ordinanze esecutive.
Di fatto in questi 14 mesi si è bloccata la procedura di demolizione da me posta in essere con la collaborazione dell’Ufficio Tecnico, della Polizia Locale e della Procura.
Dalle parole ai fatti
Nonostante alcune società aderirono immediatamente a quanto previsto nelle ordinanze, smontando le antenne dai tralicci abusivamente installati. Di fronte alla mia proposta costruttiva di ricostituire l’ufficio speciale e riprendere il percorso delle demolizioni, convinta di trovare l’unità in consiglio comunale, hanno avuto la meglio i personalismi di una finta politica.
E’ necessario ora passare dalle parole ai fatti e nel rispetto della legge e dei regolamenti. Presenteremo, con il collega Caracci, una nuova proposta in grado di mettere come priorità la salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente. Mettiamo quindi come giusto che sia, al primo posto il bene della collettività e diciamo basta agli interessi privati di pochi!
Le sentenze fanno giurisprudenza
A chi ironizzava sulla tenuta giuridica degli atti da me redatti, con il supporto fondamentale dell’ufficio tecnico, oggi vorrei ricordare che tali provvedimenti dopo 5 anni e due gradi di giudizio fanno ormai giurisprudenza e devono essere prontamente adempiuti.
Sarà certamente importante conoscere gli autori di eventuali atti che giustificano il mancato adempimento delle ordinanze. In assenza dei quali ad oggi è chiara la responsabilità politica di non affrontare nel giusto modo la problematica e sfuggire alle responsabilità, specie quando ci si deve contrapporre ai “poteri forti”.
“Certa che avremmo vinto”
Esiste infatti una responsabilità ad oggi per i mancati adempimenti, già previsti dalla mia direttiva del 12 maggio 2022, contenente di fatto il cronoprogramma delle attività per l’esecuzione delle ordinanze, che avrebbe trovato conclusione il 2 dicembre 2022, durante il previsto evento pubblico, condiviso dai Sindaci della Comunità del Parco Regionale dei Castelli Romani, prima della sottoscrizione del documento per la riqualificazione e valorizzazione di Monte Cavo.
Ero certa che avremmo vinto, merito del buon lavoro portato avanti, tra mille difficoltà, nella condivisione con i miei collaboratori e dell’operato e professionalità dell’Avvocato Piccinni, cui era stato conferito l’incarico legale.
Per quest’ultimo aspetto ricordo che è un po’ difficile vincere una causa se un’amministrazione. Come accaduto nel recente passato per l’area pubblica di Monte Cavo. Non si presenta in giudizio e conferisce incarico legale 10 giorni dopo la pubblicazione della sentenza. Una semplice dimenticanza? Cosa è stato fatto successivamente per difendere tale proprietà pubblica su cui avevo emesso specifica ordinanza? La legge c’è, ed è uguale per tutti, l’amministrazione no!”.
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