Si tratta, in particolare, di un tracciato stradale che conserva i solchi dovuti al passaggio dei carri, fiancheggiato da strutture murarie riconducibili a una villa rustica. Villa abbandonata precocemente, come si deduce dal successivo impianto di una necropoli con diciassette sepolture di varia tipologia.
La scoperta a Pomezia
Uno degli elementi più antichi portati alla luce è un’asse viario realizzato direttamente nel banco geologico e chiaramente riconoscibile grazie alla presenza di solchi carrai. Scoperte inoltre una serie di strutture murarie. Di queste si conservano le fondazioni e pochi lacerti di quello che doveva essere l’elevato di incerta funzione. Probabilmente si tratta di parte di un complesso ben più grande, forse una villa rustica, che si estendeva nei terreni circostanti.
Le strutture sono riferibili a diverse fasi di vita di questi edifici. Ci sono chiaramente almeno due ambienti, in un primo momento separati da una grande area aperta, successivamente chiusa da un’altra struttura muraria. Dopo l’abbandono delle strutture, e forse con l’edificio principale ancora parzialmente in uso, l’area è stata occupata da una necropoli solo parzialmente esplorata, che ha restituito un totale di 17 sepolture.
Si tratta di tombe di diversa tipologia che coprono un periodo di circa due secoli, tra il III e il V sec d.C. Si può notare la presenza di almeno un inumato di fede cristiana, come testimoniato dal ritrovamento di un anello con cristogramma.
L’associazione Archeolog Ets
La scoperta e lo studio dell’area archeologica è stato possibile grazie al Protocollo d’intesa rinnovato tra il ministero della Cultura (Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) e l’associazione Archeolog Ets, onlus del Gruppo Fs. L’associazione è nata nel 2015 composta dalle società del Polo Infrastrutture Rfi, Anas con la controllata Quadrilatero Marche Umbria, e Italferr.
L’obiettivo è la gestione dei ritrovamenti archeologici avvenuti nel corso dei lavori a strade e ferrovie e, in sinergia con le soprintendenze del ministero della Cultura, a contribuire al loro restauro e conservazione.
Le dichiarazioni del Ministro Sangiuliano
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha dichiarato:
«Il rinnovo del protocollo tra il ministero della Cultura e Archeolog Ets permette di proseguire nel fruttuoso cammino fin qui intrapreso di valorizzazione dei tesori archeologici portati alla luce nei cantieri della rete ferroviaria italiana – – Si tratta di una sintesi perfetta tra la necessità di ammodernare le infrastrutture nazionali di trasporto e il dovere di tutelare il nostro patrimonio culturale, che ha già portato a notevoli risultati. Anche in questo l’Italia dimostra la propria eccezionalità, facendo del proprio sviluppo l’opportunità per riscoprire il proprio passato».
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