Vista l’inottemperanza al divieto di avvicinamento ai vicini di casa, la Polizia di Stato di Fondi ha proceduto a sottoporre l’uomo, classe 1973, alla misura cautelare della custodia in carcere.
La storia
Tutto ebbe inizio quando una famiglia con figli minori si era stabilita a Fondi in un’abitazione confinante con quella dell’uomo che sarebbe ben presto diventato il loro persecutore.
A causa di una contestata servitù di passaggio infatti, l’uomo aveva cominciato a dimostrare da subito un atteggiamento ostile nei confronti dei vicini di casa. L’ostilità era divenuta vera e propria persecuzione, sfociata anche in minacce fisiche gravi. In un’occasione l’uomo aveva addirittura impugnato un’ascia con la quale aveva minacciato i malcapitati e colpito la loro automobile. Gli atti intimidatori avevano avuto per oggetto anche i figli minori della coppia.
A seguito delle denunce contro l’uomo, la Procura della Repubblica di Latina aveva ritenuto che ricorressero gli estremi per l’adozione della misura restrittiva per la tutela dell’incolumità psicofisica delle vittime.
L’uomo aveva dunque ricevuto divieto di avvicinarsi a tutti i membri della famiglia, alla loro abitazione, ai luoghi di lavoro e a quelli da loro abitualmente frequentati. Gli era inoltre proibito di comunicare con qualsiasi mezzo, personale, epistolare, telefonico o telematico.
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La reiterazione della persecuzione anche dopo il divieto di avvicinamento
Dopo questo primo provvedimento, il soggetto era stato anche esortato, in sede di interrogatorio di garanzia, dallo stesso Giudice ad attenersi alla misura cautelare che gli era stata imposta. Tuttavia, nonostante il divieto di avvicinamento a tutti i membri della famiglia, assicurato anche con l’applicazione del braccialetto elettronico, l’uomo in più di un’occasione ha violato le varie prescrizioni.
In una circostanza ad esempio ha seguito in macchina le vittime. Ha effettuato un testacoda e si è posizionato con la vettura in modo tale da costringerli a non riprendere la marcia. Aveva poi continuato con evoluzioni spericolate davanti i figli minori dei malcapitati.
Questi episodi sono stati dimostrazione di un’evidente quanto pericolosa incapacità di autocontrollo e di un’assoluta incuranza per le decisioni dell’Autorità Giudiziaria. Per questo motivo, risultato inefficace il primo provvedimento restrittivo, gli è stata applicata la misura della custodia in carcere.
A darvi esecuzione gli investigatori della Squadra Di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. di Fondi, che a seguito della notifica dell’ordinanza, lo hanno condotto presso la Casa Circondariale di Latina.