La mozione avente per oggetto “Culla della Vita” faceva parte dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Latina dello scorso 5 marzo. A presentarla erano stati i consiglieri Baccini, Mulè, Colonna, Coriddi, Scalco, Iavarone, Tiero, Cochi, Censi, Pagano. Successivamente però è stata sottoscritta da tutti i componenti di tutte le forze politiche dell’assise. Una procedura inusuale, ha fatto notare il presidente del Consiglio Comunale Raimondo Tiero, che dimostra l’ampia convergenza di tutto il Consiglio sulla proposta.
I firmatari della mozione per realizzare una culla della vita a Latina hanno preso spunto dal caso del neonato abbandonato ad Aprilia lo scorso gennaio.
L’installazione di una culla termica salvavita può servire infatti a porre riparo al triste fenomeno degli abbandoni neonatali, salvando la vita dei bambini abbandonati e nel contempo tutelando l’anonimato delle madri.
Il sindaco di Latina Matilde Celentano ha dichiarato il suo pieno appoggio al progetto:
“Ringrazio i consiglieri comunali per aver portato in consiglio comunale una mozione avente ad oggetto la ‘culla della vita’, struttura concepita appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. Ringrazio, anche, l’intero consiglio comunale per aver colto l’importanza di una simile proposta e per averla approvata all’unanimità.
Il diritto alla vita è sacro: va rispettato il diritto dei neonati, ma anche quello delle mamme alla privacy e all’anonimato in un momento di fragilità. Sono troppi i bambini abbandonati in Italia e la ‘culla della vita’ è una soluzione con sistemi di tecnologia avanzata. Come presidente della conferenza dei Sindaci per la sanità assumo l’impegno di interfacciarmi con gli enti preposti affinché Latina possa essere la quarta città del Lazio ad avere una culla termica. Nel Lazio sono presenti già a Roma, Civitavecchia e Ferentino ed è un dovere che il capoluogo di provincia, seconda città del Lazio, si muova nella stessa direzione.”
Cos’è la culla per la vita
La culla per la vita, o culla termica, è una struttura concepita appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita.
Posta in luogo facilmente accessibile, garantisce l’anonimato della mamma che vuole lasciare il bambino. È dotata di una serie di dispositivi di sicurezza per il neonato (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico), permette un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino.
Le moderne culle per la vita sono eredi delle antiche ruote degli esposti. La prima “ruota degli esposti” comparve nel 1188 nell’ospedale dei Canonici di Marsiglia (Francia). In Italia la prima comparve nel 1198 presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia a Roma.
Si trattava di un semplice cilindro di legno, posto verticalmente nel vano di una finestra posta sul fronte strada di un edificio, che ruotava su un perno. Accanto all’apertura era presente una campanella per avvisare la persona addetta all’accettazione, che faceva girare l’apertura e accoglieva il neonato.
Le culle per la vita in Italia e nel Lazio
Secondo i dati riportati ad ottobre 2023 da Avvenire, in Italia ci sono 66 culle termiche attrezzate con sistemi di videosorveglianza.
Nel Lazio ce ne sono soltanto 3:
- Cassino – Centro di Aiuto alla Vita (Casa Suore di Carità di S. Giovanna Antida, Via San Germano – angolo piazza S. Benedetto)
- Civitavecchia – Movimento per la Vita (Suore del Sangue di Gesù, Via Verdi 1)
- Roma – Dr. Piermichele Paolillo, Direttore UOC Neonatologia del Policlinico Casilino (Ingresso Policlinico Casilino – fra via Tucani e via della Casilina)
Latina si avvierebbe dunque ad essere la quarta città del Lazio dotata di una culla per la vita.
Il diritto all’anonimato
Per la legge italiana le partorienti che non intendono riconoscere e provvedere personalmente al proprio nato hanno diritto a partorire in assoluta segretezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie, comprese le donne extracomunitarie senza permesso di soggiorno.
In questi casi l’atto di nascita è redatto con la dizione “nato da donna che non consente di essere nominata”. L’ufficiale di stato civile, dopo aver attribuito un nome e un cognome al neonato, procede quindi entro dieci giorni alla segnalazione al Tribunale per i Minorenni ai fini della dichiarazione di adottabilità ai sensi della legge 184/1983. In tal modo, a pochi giorni dalla nascita, il piccolo viene inserito in una famiglia adottiva, individuata dal Tribunale fra quelle che hanno presentato domanda di adozione al Tribunale stesso.
L’installazione di una culla termica può venire incontro a quelle donne in difficoltà che per qualunque motivo non possano recarsi a partorire in un ospedale o struttura sanitaria e che decidano di lasciare il figlio in adozione.