Individuata dalla Polizia Locale di Ciampino grazie alla collaborazione dei cittadini. Le esche sono nelle mani della Asl Roma 6 per le analisi di rito. La donna rischia il processo per direttissima ed una incriminazione che potrebbe avere conseguenze penali ed anche economiche. È questo, in buona sostanza, quanto scrive la Polizia Locale della città aeroportuale in una nota stampa che pubblichiamo qui di seguito.
Ciampino, esche per uccidere cani e gatti: la ‘colpevole’ è una donna 60enne
“Si sono succeduti nel corso degli ultimi giorni – scrive in una nota stampa la Polizia Locale – gli eventi che hanno portato a fermare la responsabile della diffusione sul territorio di Ciampino delle esche letali per gli animali e non solo. Azioni perpetrate da una signora di poco meno di sessant’anni residente a Roma – Morena.
Analisi Asl: rischia il processo per direttissima
Nella tarda mattinata di mercoledì mattina, a seguito di puntuale attività di controllo del territorio una autopattuglia della Polizia Locale.
Con a bordo gli agenti D.D.D. e S.C., ha di fatto atteso il prossimo rientro della donna presso la propria abitazione dopo che la stessa aveva diffuso le esche letali, prontamente recuperate. Procedendo all’identificazione ed al compimento dei primi atti posti anche a garanzia della signora.
I ponti di Morena
Nella giornata di giovedì è stato effettuato un attento monitoraggio fino ad arrivare a venerdì mattina, 15 marzo 2024, in prossimità dei “Ponti di Morena”. Mentre la stessa donna era pronta a disseminare ulteriori cinque esche. Il dispositivo di sicurezza, direttamente coordinato dal Comandante, ha consentito di interrompere la folle attività affidando la signora alle cure del caso.
Tutte le esche sono state consegnate al laboratorio ASL per le analisi chimiche anche al fine di escludere l’eventuale adulterazione con altri prodotti letali.
Collaborazione Polizia Locale – Carabinieri
Relativamente all’attività di indagine finalizzata all’individuazione della responsabile. Determinante l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio e la stretta collaborazione con i Carabinieri della Tenenza di Ciampino. L’individuazione dai fotogrammi, tra l’altro, è stata particolarmente ostica in quanto a Ciampino risiede una donna molto simile alla responsabile ma più giovane.
Al termine delle ulteriori attività verrà notiziata la Procura della Repubblica. Occorre ricordare che comportamenti simili a quello messo in atto sono riconducibili al tentativo di reato di uccisione di animali ed al reato di getto di cose pericolose.
Con l’occasione è necessario rivolgere un particolare ringraziamento a tutti i cittadini che hanno comunque collaborato attivamente all’individuazione delle esche e fornito notizie utili al rintraccio della persona”.
Cosa rischia
Come purtroppo sappiamo bene esistono diverse forme di maltrattamento degli animali. Il codice penale stabilisce che chi uccide un animale sarà punito con una reclusione che va da quattro mesi sino a due anni. La legge specifica che l’uccisione di un animale viene punita solamente quando viene provocata senza necessità oppure per pura crudeltà.
Questo perché potrebbe avvenire accidentalmente, per esempio quando si è alla guida della propria auto oppure per risparmiargli delle sofferenze inutili, come nel caso dell’eutanasia realizzata dal veterinario. Dunque solo l’uccisione dolosa e volontaria viene perseguita dalla legge, in tutti gli altri casi invece non si configura un reato.
Il maltrattamento di animali
Il maltrattamento di animali è considerato come un reato complementare rispetto all’uccisione. Il codice penale infatti stabilisce che chi provoca senza necessità oppure per crudeltà lesioni a un animale, lo sottopone a sevizie e comportamenti insopportabili per le sue caratteristiche può essere punito con la reclusione da tre sino a diciotto mesi oppure con una multa da cinquemila sino a trentamila euro. In questo caso è essenziale sottolineare che nel rato di maltrattamenti di animali rientra qualsiasi condotta che può provocare non solo lesioni, ma anche sofferenze di vario tipo.
Parliamo dunque di aggressioni fisiche, come bastonate, percosse di qualsiasi tipo o calci, sevizie e comportamenti crudeli che consistono ad esempio nella scelta di privare l’animale di cibo, farlo vivere in un ambiente angusto e sporco, sottoporlo a delle fatiche che non è in grado di sopportare. Sono previste pene pure per chi somministra a un animale sostanze stupefacenti oppure lo sottopone a dei trattamenti che possono procurare un danno alla sua salute. Se da questi maltrattamenti deriva la morte dell’animale la pena aumenterà della metà.
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