I fatti risalgono allo scorso 14 marzo, per l’uomo non c’è stato nulla da fare, il figlio è sopravvissuto. Fortunatamente le sue condizioni sono in via di miglioramento, dopo giorni di apprensione .
Il poliziotto del commissariato Anzio-Nettuno che ha cercato di fermarlo adesso è indagato per atto dovuto.
Il sindacato di Polizia è furioso
«Nel rispetto degli accertamenti e delle verifiche che, giustamente, per trasparenza devono essere fatti – ha affermato il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia, Stefano Paoloni – riteniamo inconcepibile che il collega, mentre stava compiendo il proprio dovere inseguendo una persona fuggita a bordo di uno scooter rubato, oggi si trovi indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni aggravate».
«Se, da una parte, questo gli consente di accedere alle garanzie previste nel procedimento penale, dall’altra, è inaccettabile che il collega per accedere a tali garanzie lo debba fare personalmente e di tasca propria».
Le richieste del sindacato di Polizia
«Innanzitutto – ha aggiunto Paoloni – serve una norma che preveda che le spese legali per fatti relativi al servizio siano a carico dello Stato, con diritto di rivalsa in caso di responsabilità del singolo.
Allo stesso tempo, è fondamentale la partecipazione dell’avvocatura al fine di far valere le eventuali scriminanti come, ad esempio, l’adempimento di un dovere».
«Dopo la fuga – ha concluso il segretario generale del SAP – il poliziotto si è trovato davanti a una scelta: inseguirlo oppure commettere un’omissione, ha scelto di fare il proprio dovere.
Purtroppo l’uomo a bordo dello scooter ha perso la vita andando a sbattere contro un’altra auto in strada. Auspichiamo che il procedimento a carico del collega, dopo le necessarie verifiche, possa chiudersi celermente».
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