Ora si starebbe per candidare – il condizionale è d’obbligo – alle prossime elezioni europee per entrare in Parlamento. Dopo vari anni di ‘esilio’ volontario in USA. Da Bruxelles sarebbe pronto anche a fermare anche il mega progetto Acea da 7,5 miliardi di euro d’appalto.
A tanto ammonta, difatti , la ‘torta’ che proprio Acea, la municipalizzata di proprietà al 51% del Campidoglio, insieme ad Ama, Suez e altri operatori tra i quali il Gruppo Caltagirone, hanno intenzione di spartirsi nei prossimi anni e decenni di funzionamento dell’inceneritore stesso. Su mandato, ovviamente, dell’attuale primo cittadino PD Roberto Gualtieri.
Chiuse Malagrotta, ora promette di fermare anche l’inceneritore di Roma da Bruxelles
L’ex primo cittadino di Roma denominato ‘il marziano’ fu travolto dal presunto scandalo degli scontrini. Ma in realtà a pesare sulla sua carriera politica fu proprio la chiusura della discarica di Malagrotta, la più grande e vecchia d’Europa. Definita la ‘grande ancella’ dal suo stesso proprietario, Manlio Cerroni, lo storico patron dei rifiuti di Roma e dintorni.
Marino fu defenestrato il 30 ottobre 2015, in malo modo, dal Pd capitolino.
Il vecchio inceneritore di Manlio Cerroni, Acea ed Ama
Lo stesso ‘re’ dei rifiuti di Roma, Manlio Cerroni, proprietario anche della discarica di Albano Laziale, in zona Roma sud, del resto avrebbe voluto costruire nel 2007 un inceneritore analogo a quello attuale, solo più piccolo. Con la stessa cordata: Comune di Roma, Acea ed Ama. nello stesso quadrante di riferiemnto. Zona Roma sud.
Gualtieri ha apportato una ‘sola’ novità: ha scelto un terreno, per il suo ‘nuovo’ inceneritore, situato ad appena 500 metri in linea dalla ‘vecchia’ location interna alla discarica di Albano. Solo situato tecnicamente sul territorio di Roma, zona Santa Palomba. Costituisce obiettivamente una inezia, la distanza di circa 500 metri in line a d’aria tra la ‘vecchia’ discarica di Albano e il ‘nuovo’ terreno prescelto da Gualtieri, rispetto all’immensità della grandezza di Roma, la città con l’estensione territoriale più grande tra le capitali europee.
Chi ha occhi per vedere e cervello aperto ha chiaro, davanti agli occhi, che i mandanti e gli esecutori politici dell’attuale progetto di inceneritore sono gli stessi del passato. Così come gli imprenditori di riferimento.
Pressione sul PD capitolino
I temi di Marino neo candidato alla UE, certo, sarebbero anche tanti altri, oltre all’inceneritore ed oltre ai rifiuti. Ambientalismo, rigenerazione urbana, sanità pubblica, diritti civili, pace in Ucraina e via libera in Palestina alla soluzione di due stati e due popoli, con l’Ue a fare da garante.
Non c’è ancora l’ufficialità, anzi da Sinistra Italiana e da Europa Verde non confermano. Tutti smentiscono, tutti hanno le bocche cucite.
Presto sapremo se questo ulteriore fronte anti-inceneritore si aprirà davvero o meno.
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