La società Marina di Nettuno ha chiesto al tribunale amministrativo “l’annullamento di diniego Dia in sanatoria e diniego variante permesso di costruire” deciso dal Comune di Nettuno.
Il tribunale ha quindi disposto una verifica per accertare “se l’intervento edilizio realizzato dalla società ricorrente, a seguito del rilascio del permesso di costruire n. 284 del 03.08.2006, ed il progetto (presentato dalla stessa società con istanza del 15.09.2009) di variante al citato permesso di costruire, siano conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della realizzazione dell’intervento nonché a quella vigente al momento della presentazione della domanda”.
L’udienza è stata aggiornata al 15 ottobre 2024.
La storia dell’edificio “ecomostro” al porto di Nettuno
Due anni fa il Consiglio di Stato ha accolto l’appello della Marina di Nettuno e bocciato l’ordinanza emessa dal Comune tredici anni fa. Quando venne realizzato l’edificio polifunzionale, poi definito ecomostro, gli ambientalisti diedero subito battaglia e la Procura di Velletri aprì un’inchiesta, sequestrando le opere ritenute abusive.
Nel 2009 lo stesso Comune dispose la demolizione dei manufatti incriminati, ma non si dette seguito agli abbattimenti. All’inizio del 2014 il Tribunale di Velletri condannò a dieci mesi di reclusione l’ex amministratore delegato della “Marina di Nettuno”, società che ha in concessione la gestione del porto, e un ex dirigente comunale. Le accuse erano state di abuso d’ufficio, falso e abusivismo edilizio. Il Tribunale aveva altresì imposto la demolizione degli abusi edilizi e il risarcimento per il Comune, costituitosi parte civile.
Ricorsi e prescrizioni
Un processo per cui in appello sono scattati i proscioglimenti per intervenuta prescrizione. I giudici avevano appurato che l’edificio polifunzionale era stato realizzato in maniera difforme rispetto al permesso a costruire. L’edificio infatti presentava una diversa dislocazione degli spazi interni e un aumento della volumetria, in un’area gravata dai vincoli paesistico, ambientale e del demanio.
Contro l’ordine di demolizione, la “Marina di Nettuno” aveva fatto ricorso al Tar del Lazio, che aveva confermato gli abbattimenti. Poi la decisione del Consiglio di Stato nel 2022 di annullare l’ordinanza e ora nuove valutazioni per tentare di salvare uno scheletro che sta lì da 15 anni.
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