3 ricorsi al Tar, uno addirittura al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come vedremo a breve. La prima e già decisiva udienza è attesa mercoledì 17 aprile. Ma procediamo per gradi.
Il primo maxi-biogas ‘privato’ di Roma dovrebbe sorgere sull’ultimo lembo di territorio romano, proprio a ridosso dei confini del comune di Pomezia.
Ma, ancor peggio, all’interno (nel senso letterale del termine) del parco di Decima Malafede. (per conoscere il punto esatto in cui verrà costruito, clicca qui.)
A Pomezia il primo maxi-biogas ‘privato’ di Roma
Un’area naturale di straordinaria bellezza situata sul litorale laziale di Roma sud ed a due passi dalla location dei set cinematografici nazionali e internazionali che hanno reso questa zona famosa nel mondo non solo per le sue bellezze paesaggistiche. Ma ripartiamo dall’inizio.
Contro i rifiuti nel parco 4 ricorsi al Tar
Quello che, almeno nel 2017, avrebbe dovuto essere solo un “azienda agricola” con annesso impianto di lombri-compostaggio, ossia per la decomposizione dell’umido tramite lombrichi, ha avuto un primo aggiornamento nel 2020 (durante la prima Giunta Zingaretti).
Infine, dopo una variante della Regione Lazio di febbraio scorso, si è tramutato in un maxi biogas da 65mila tonnellate annue.
C’è chi sostiene che ‘dietro’ questo primo e grande progetto ‘privato’ vi sia lo storico re dei rifiuti di Roma e dintorni, ma nessuno al momento può confermarlo. L’unica certezza è che a proporlo è la società Laziale Ambiente.
Prima-decisiva udienza il 17 aprile
Dicevamo, 4 ricorsi contro il primo biogas ‘privato’ di Roma. 2 sono stati depositati dall’Associazione Latium Vetus, dal Comitato Monte Migliore, da un nutrito Gruppo di residenti unitamente al consigliere comunale di Pomezia, Giacomo Castro. Per la precisione, uno dei due al Tar del Lazio, l’altro al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Le parole dell’associazione Latium Vetus e del consigliere Giacomo Castro
“E’ semplicemente scandaloso – scrive l’associazione Latium Vetus – quanto avvenuto nel corso del procedimento di Valutazione di impatto ambientale per l’approvazione della terza centrale a biogas di Roma.
Un impianto che nelle previsioni sorgerà in località Solfarata sulla via Laurentina al confine fra Roma Capitale e Pomezia.
Un impianto da 65.000 ton/annue di rifiuti (50.000 dei quali organici) all’interno della Riserva naturale di Decima Malafede.
‘Falsi’ contenuti
I presupposti falsi contenuti all’interno del progetto e confermati dagli enti pubblici!
E’ questo il primo – assurdo – motivo del ricorso depositato al Tribunale amministrativo dall’Associazione Latium Vetus di Pomezia.
Insieme al Comitato di quartiere Monte Migliore e ad un nutrito gruppo di cittadini residenti. Affiancati dal Consigliere comunale Giacomo Castro, della lista Valore Civico per Pomezia.
“Siamo al cospetto di una vicenda molto grave”, scrive il Consigliere comunale Giacomo Castro. “Il progetto della centrale a biogas ubicata all’interno dell’area esalativa della Solfarata. Verteva intorno al fatto che il lotto in questione fosse esterno al perimetro dell’Area naturale protetta. Cosa peraltro confermata da RomaNatura, l’ente regionale che ha in gestione la riserva naturale.
“Il lotto ricade nel parco”
Peccato che al contrario, il lotto ricada interamente all’interno della Riserva naturale. Come come sostenuto dai cittadini. E come evidenziato nero su bianco nel corso dell’istruttoria da alcuni pareri. Tra cui quello rilasciato dall’Area Protezione e Gestione della Biodiversità della medesima Regione.”
Pomezia, cittadini infuriati
“I cittadini che risiedono nel Parco di Decima Malafede hanno difficoltà a farsi autorizzare l’apertura di una finestra”. Spiega l’Associazione Latium Vetus APS. “Mentre invece qui si arriva ad autorizzare una centrale di rifiuti nell’area protetta caratterizzata da emissioni solfuree, come quella della Solfarata.
E per di più in violazione delle norme del P.R.G. di Roma Capitale ovvero in assenza del Nulla osta della competente Soprintendenza nonché del parere della ASL. Siamo alla totale follia amministrativa.
No al PAUR
Latium Vetus non è rimasta con le mani in mano ed ha impugnato al TAR, insieme ai cittadini residenti. Sia l’autorizzazione scaturita dal procedimento di Valutazione di impatto ambientale, sia il provvedimento autorizzatorio unico regionale (P.A.U.R.)”.
“Auspico le dimissioni immediate del direttore dell’ente regionale RomaNatura, nominato alcuni anni fa dalla Giunta di Nicola Zingaretti” – continua il Consigliere Giacomo Castro.
“RomaNatura, infatti, ha sempre avuto cognizione dei reali confini della Riserva naturale di Decima Malafede. Ed è arrivata a confermare l’esternalità del lotto in questione dall’area protetta. Accampando una vecchia delibera del Consiglio regionale di modifica della perimetrazione che però è stata cassata dal TAR già alcuni anni fa!
Annuncio che a breve informerò dei fatti la Magistratura chiedendo di accertare eventuali illeciti. Quanto descritto è, infatti, di estrema gravità e fa vacillare l’autorevolezza dell’intero operato dell’ente regionale RomaNatura. Cosa che non può rimanere senza responsabili.”
Gli altri 2 ricorsi su Pomezia
Inoltre, da quanto a nostra conoscenza, vi sono contro il progetto anche altri 2 ricorsi, entrambi al Tar.
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