Poi i nomi delle vittime dall’inizio dell’anno scanditi a uno a uno, le installazioni di Fabio D’Achille con Mad, le poesie, le canzoni, le parole delle donne della Cgil coordinate da Lucilla Magini, della segreteria della Camera del lavoro, che ha fortemente voluto questa iniziativa. «Noi siamo fermamente determinate a non rispettare il ruolo sociale impostoci – spiega la Magini -, non lo vogliamo fare né in famiglia né nelle fabbriche; non lo vogliamo subire nelle scuole e neanche negli ospizi. Non vogliamo sottostare neanche alla prima avvisaglia di prepotenza o di vessazione e vogliamo che tutte le donne, senza distinzione di età, nazionalità, fede o sigla, imparino come difendersi e dove trovare riparo e sostegno.
In questo noi donne della Cgil siamo impegnate e questo percorso vogliamo farlo insieme a tutte e tutti coloro che condividono questo nostro sentire. Vogliamo, infatti, scegliere l’abito che sentiamo su misura, che non esclude affatto né famiglia né maternità, ma non ne fa meta e fine ultimo della nostra esistenza». In piazza confusi tra tanta gente comune anche il segretario della Cgil Anselmo Briganti e gli assessori del Comune di Latina Patrizia Fanti e Marilena Sovrani.