Si trova nella Tenuta Antoniana, una riserva di oltre 450 ettari cucita insieme dagli antichi tratturi della transumanza che si incrociano nella vallata principale e che conducono ad un luminoso piano di filari di vigna, disposti a formare un labirinto, simbolo voluto e realizzato dalla famiglia Carpineti.
Protagoniste di questo insolito, unico e originale labirinto di tre ettari sono le varietà antiche di uva come Abbuoto (Cecubo), Bellone e Nero Buono allevate secondo metodi di agricoltura biologica e biodinamica.
La storia della Tenuta Antoniana
La storia della Tenuta Antoniana è legata al vino Cecubo, vino amato da imperatori, poeti e contadini.
Il nome ‘Cecubo’ significa letteralmente ‘il vino dei ciechi’, reso celebre da Appio Claudio Cieco, censore romano non vedente che diede il nome al vino Cecubo e anche all’Appia Antica, che costeggia la Tenuta Antoniana.
Nella Tenuta Antoniana sono state ritrovate le tracce selvatici di Cecubo tra le folti pinete e le pure rocce calcaree, a conferma di questa presenza storica. Hanno così ispirato una nuova ricerca dei vitigni antichi, e la produzione di queste uve da parte della Famiglia Carpineti.
Lasciando la Via Francigena dal tratto dell’Appia Antica, si va verso l’alto su un’ampia conca di montagna, ricca di acque sorgive, disseminate di antichi pozzi romani e con un lago artificiale di inizio Novecento al centro. Dall’alto, si osserva, come su di un terrazzo, il Mar Tirreno e la fertilissima pianura, Ventotene e le isole gemelle, fin quasi a toccare con mano il Circeo.
La torre dell’Acquapuzza
All’interno della Tenuta Antoniana si trova la Torre dell’Acquapuzza che sorveglia la nascita del Fiume Cavata e le pianure sottostanti della località Tufette ricche di acqua sulfurea.
Ancor prima, sorgeva il Castrum di Acquaputrida, abbandonato, e che contribuì al rafforzamento di Bassiano, di proprietà di Lucio Settimio Bassiano, nome di nascita dell’imperatore Caracalla.
Bastione medievale della Via Romana Vecchia, la Torre dell’Acquapuzza rappresenta infine i resti dell’epoca di splendore delle signorie nel Medioevo. Infatti, la Torre dell’Acquapuzza era controllata dalla potentissima famiglia dei Caetani di Sermoneta, proprietaria delle Terre di Cisterna e di Ninfa.
La Torre era una dogana medievale di cruciale importanza, in grado di controllare i traffici commerciali, finanche gli eserciti che si muovevano tra Roma e il Sud.
L’imperatore Carlo V, di ritorno dalla Tunisia con le sue truppe, fu bloccato dai Caetani di Sermoneta proprio per la chiusura del Passo della Torre di Acquapuzza.
In quel tempo, il tratto dell’Appia Antica tra Roma e Terracina era inabissato nella palude, per cui l’unica alternativa ai movimenti era la Via Appia Pedemontana, che fece la fortuna di Ninfa e di Sermoneta. Oggi la Torre dell’Acquapuzza è punto affascinante del cammino della Via Francigena verso Roma e rifugio per i gufi.
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