In verità per la sospensione sarebbe bastata l’altra condanna a due anni, questa emessa nel mese di luglio, per gli abusi edilizi commessi nella realizzazione dell’hotel “Grotta di Tiberio”, di cui Cusani è comproprietario. Il presidente, anche in questo caso nelle vesti di sindaco di Sperlonga, avrebbe abusato della propria posizione per legittimare interventi non previsti dalla normative urbanistiche. Un conflitto di interessi grosso come… un albergo, al quale si sono appellati anche i consiglieri comunali di minoranza di Sperlonga, Benito Di Fazio e Alfredo Rossi. Con un esposto inviato agli inizi di settembre, hanno sollecitato la Prefettura ad applicare la legge Severino nei confronti dell’inquilino numero uno di via Costa. E così, dopo circa due mesi e a seguito di una nuova condanna, è stato. Un terremoto politico. Il centrodestra pontino, dopo il caso Fondi (dove secondo l’allora Prefetto Frattasi il consiglio comunale andava sciolto per mafia), si ritrova ad essere “commissariata” a causa dei problemi giudiziari di uno dei suoi esponenti più rappresentativi. E oggi come allora si parla in buona sostanza di un uso “deviato” dei poteri dello Stato (vedi la nota di Cusani). Siamo dunque solo all’inizio dello scontro. Ci sarà una guerra legale, a quanto pare affidata ai legali di Silvio Berlusconi, ma non solo.
La resa dei conti verrà giocata in qualche modo anche sul piano politico. Cusani e i suoi inizialmente sarebbero stati tentati di presentare in blocco le dimissioni come segno di protesta. Ipotesi rientrata perché, stando a quanto avrebbe riferito il diretto interessato nel corso di un vertice d’urgenza che si è svolto nell’hotel “Grotta di Tiberio” a Sperlonga, sarebbe stato addirittura Silvio Berlusconi a invitare Cusani e gli altri ad andare avanti. Circostanza probabile, ma va detto pure che con tutta probabilità la strada delle dimissioni non sia stata percorsa fino alla fine per un paio di motivi degni di attenzione. Primo perché si sarebbe corso il rischio di una spaccatura tra le forze che compongono la maggioranza evidentemente non tutte convinte allo stesso modo di riservare uno smacco del genere alla Prefettura.
L’altra ragione per la quale, con tutta probabilità, è rientrata l’ipotesi delle dimissioni sta nel fatto che questa avrebbe comportato l’insediamento di un commissario prefettizio. Non proprio una situazione congeniale con tutto il daffare che c’è ancora in Provincia, soprattutto in vista delle elezioni, le europee ad esempio, per le quali è certa la candidatura di Cusani, ma non solo. La soluzione percorsa dunque sarà morbida. I poteri del presidente sospeso passeranno al vice Salvatore De Monaco, anche se è difficile pensare che Cusani non continuerà ad esercitare la sua influenza sull’amministrazione di via Costa. Tutto potrebbe filare liscio, ma non è escluso che potrebbero registrarsi degli inconvenienti e le tensioni finora covate del Pdl pontino potrebbero deflagrare una volta per tutte.