Eppure Pizzirusso ha deciso di partecipare lo stesso e di fare le corse per presentare tutte le carte. Mancava solo la polizza fidejussoria, e quella ci vuole qualche giorno per ottenerla. L’appalto naturalmente è andato a un’altra ditta.
Sono due gli ordini di considerazione da fare. Il primo: 13 giorni per far transitare una lettera da un ufficio postale del centro di Aprilia alla casa di un cittadino che risiede a pochi chilometri da quell’ufficio postale. Una lentezza ormai insopportabile, benchè si debba già essere soddisfatti del fatto che quel plico sia arrivato a destinazione, e per giunta integro.
Ma un altro aspetto va anche preso in considerazione. Come mai il Comune ha utilizzato la posta ordinaria, anziché la raccomandata? Solo una questione di costi? Allora avrebbe potuto usare la posta elettronica certificata, più veloce (anzi immediata), garantita per legge e soprattutto gratis. Non i fax, ormai aboliti per legge, ma la famigerata pec. O forse la posta ordinaria serviva a ritardare il più possibile l’arrivo del plico? A pensar male si fa peccato, diceva Andreotti. Ma non sempre si sbaglia. Forse è anche per questo che Pizzirusso sta valutando l’ipotesi di farsi cancellare dall’albo delle aziende accreditate del Comune.
Pizzirusso non commenta il lavoro in corso su via Moro. Più che una potatura, un assassinio.