I controlli si sono concentrati nelle zone in cui era più probabile che si effettuasse la caccia ad allodole e tordi (due specie che nel periodo interessato migrano passando per il Lazio) con richiami elettromagnetici vietati. L’operazione denominata “Recall” ha coinvolto i comandi stazione di Pomezia, Rocca di Papa, Velletri, Ostia, Civitavecchia, Tolfa, Manziana, Monterotondo, San Vito Romano, Palestrina, Ciciliano, Sant’Oreste e Cineto Romano.
Diciotto le persone denunciate per aver usato richiami illegali per uccelli, il cui utilizzo viene punito con una sanzione fino a 1.549 euro. Inoltre sono state denunciate tre persone per abbattimento di specie non consentita. Sanzionati i cacciatori scoperti a non aver fatto le segnature e a non aver raccolto i bossoli, per appostamenti ravvicinati e mancata esibizione della licenza. Multato anche chi aveva abbattuto troppi animali e chi non aveva fatto la tabellazione della battuta di caccia al cinghiale.
“Ringraziamo il Corpo forestale per questa preziosissima collaborazione che ha dato notevoli frutti nella lotta al bracconaggio in provincia di Roma – dichiara in una nota Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu – L’operazione conferma ancora una volta l’importanza e la professionalità della forestale nella lotta ai reati ambientali e venatori e dell’azione delle guardie volontarie della nostra associazione, che rischiando di persona svolgono un ruolo insostituibile nel panorama dei soggetti che si attivano per la tutela della natura”.