La stazione di Latina, infatti (a dir la verità soprattutto la sua sala d’aspetto) offre un riparo da freddo e pioggia e con in paio di cappotti e stracci le scomode panchine possono diventare un vero e proprio letto. «I senzatetto stabili sono quattro o cinque – afferma un operatore della stazione che preferisce rimanere anonimo- però sono diversi quelli che passano da qui, stanno alcuni giorni e poi ripartono». La loro destinazione ovviamente è sconosciuta. Di certo c’è solo che molti di loro sono a conoscenza del dormitorio nel centro di Latina e sono anche stati contattati da alcuni volontari, ma si rifiutano, spesso perché clandestini, di recarvisi.
Le giornate scorrono veloci, tra file alla biglietteria, ritardi ed annunci dagli altoparlanti. Loro, quasi invisibili, sono lì. Alcuni tutto il giorno: chiedono l’elemosina, una sigaretta, provano a vendere qualcosa rimediato chissà dove. Altri invece lasciano la stazione la mattina presto, subito dopo aver riposto in un angolo tutto l’occorrente per trasformare, con il far della sera, una panchina di una sala d’aspetto della stazione, in un letto.