Più di 350 studenti degli istituti superiori di Latina hanno marciato in corteo lo scorso 16 novembre dietro lo striscione colorato del liceo artistico, rinnovando la loro mobilitazione contro una politica che affonda l’istruzione pubblica a vantaggio di una scuola di classe e di un diritto allo studio che è sempre più esclusiva per pochi. Si sono presentati in piazza del Popolo con delle forbici di carta, «perché ci tagliano il futuro» hanno contestato agitando quelle forbici simboliche tra i cori di protesta. Hanno chiesto di smetterla con le misure di austerità e di rigore per rimettere al centro un’istruzione di qualità e accessibile a tutti. Hanno lamentato un sistema di trasporti pubblici inefficiente, «corse inesistenti, bus affollati, obsoleti e poco sicuri, guasti improvvisi e attese infinite»; si aspettano una ridefinizione delle tratte e un investimento sui mezzi a disposizione e rivendicano corse gratuite per loro studenti e agevolazioni per i cittadini tutti.
Hanno ribadito il loro “No” ai contributi “volontari”, dietro cui si mascherano vere e proprie tasse usate per tamponare i continui tagli e la mancanza di fondi e hanno detto ancora una volta «No» agli Invalsi, «test che non misurano le capacità reali né lo spirito critico degli studenti, ma incarnano il prototipo di una didattica fondata sulla competizione e sulla meccanica acquisizione di dati». Stufi di strutture fatiscenti e abbandonate, hanno chiesto più risorse per l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza delle scuole e interventi di riqualificazione per gli edifici più trascurati. La loro è stata una protesta rumorosa, è scoppiato qualche petardo e per un paio d’ore hanno risuonato slogan e trombette, ma tutto si è svolto pacificamente, con le forze dell’ordine che scortandoli hanno riconosciuto e sottolineato le loro buone intenzioni e le giuste cause per cui si battono.