Nella ex cava la società Ecofer Ambiente è autorizzata ad accogliere rifiuti speciali pericolosi e non. Prima il permesso era solo per quelli provenienti da processi di recupero di carcasse di auto e vecchi elettrodomestici e poi è stato allargato ad altri rifiuti. La Ecofer ha però presentato anche richiesta di ottimizzare l’attività, per poter smaltire altre tipologie ancora di rifiuti e realizzare un impianto fotovoltaico. Il 9 dicembre 2015 la Regione ha dato parere favorevole, con alcune prescrizioni, sulla valutazione di incidenza ambientale per tale progetto, escludendo soltanto l’impianto fotovoltaico. Un provvedimento impugnato dall’associazione Lo sportello del cittadino, la Pro loco Divino Amore, il comitato di quartiere Falcognana, l’associazione Spregamore Insieme, l’associazione Recupero cittadino, l’associazione Laurentes, il presidio No discarica Divino Amore e il comitato delle Cinque Colline Laurentine. I ricorrenti hanno sostenuto che la VIA era stata concessa senza fare tutte le indagini necessarie e senza soprattutto valutare bene l’impatto che lo smaltimento nella ex cava di ulteriori tipologie di rifiuti avrebbe avuto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini della zona. Timori legati anche al particolare che l’ok era per iniziare a smaltire pure rifiuti derivanti dalla raffinazione del petrolio, dalla purificazione del gas naturale, dal trattamento pirolitico del carbone, dai processi chimici inorganici, da verniciature, rivestimenti di metalli e plastica, oli esausti, imballaggi e demolizioni, compreso il terreno proveniente da siti contaminati. Tutto in un’area in cui l’Arpa ha da tempo riscontrato anche la contaminazione della falda acquifera, con valori eccessivi di piombo, triclorometano, ferro, manganese e tetracloroetilene. Valutazioni condivise dal Tar del Lazio. I giudici, nella sentenza con cui hanno annullato la determina regionale contestata, hanno infatti sostenuto che da quel provvedimento emerge “lo svolgimento di una non completa e adeguata attività istruttoria rispetto alle attività dedotte in progetto, comportanti una variazione qualitativa dei rifiuti in ingresso rispetto alla tipologia di quelli assentiti con autorizzazione integrata ambientale del 20 aprile 2010”. Tutto da riesaminare.
Clemente Pistilli