È passato un anno da quando è stato eletto. Era più facile fare il medico?
«Sicuramente sì. Per un motivo molto semplice: da medico ero responsabile delle mie azioni e degli effetti. Da Sindaco, purtroppo, non lo sono: si attribuiscono grandi poteri a questo ruolo, ma di fatto il Sindaco dà la linea politica e l’indirizzo, poi ci sono tante variabili che condizionano la risposta, l’efficacia e la tempistica. Bisogna mettere in piedi una macchina amministrativa che sia le gambe per rispondere alle domande».
I cittadini si aspettavano una “rivoluzione”, tuttavia continuano a vedere strade malconce, rifiuti in strada, erba alta. Erano troppo alte le aspettative dei cittadini o troppo ambiziosi i vostri progetti?
«Nessuna delle due cose. Si governa per cinque anni. Se i cittadini volevano risposte in un anno a tutti i problemi dovevano rivolgersi a Mago Merlino. Anche io volevo essere da subito più incisivo, ma mi sono bastati uno o due mesi per capire che abbiamo a che fare con una città che è stata abbandonata a se stessa. Comunqueabbiamo asfaltato 78mila metri quadri di strade, abbiamo inserito nel bilancio un milione e 700mila euro e dobbiamo ora scegliere se asfaltare meglio meno strade o intervenire su più arterie, ma in maniera meno duratura. Questo lo sceglieremo insieme ai cittadini. Sull’erba so che abbiamo sbagliato, abbiamo individuato il problema e ci stiamo lavorando. Mi sono assunto le responsabilità di non aver capito subito qual era l’anomalia».
Il Caffè ha intervistato i cittadini chiedendogli se sono soddisfatti di questo primo anno di governo. Se alcuni le confermano la fiducia, altri non hanno notato cambiamenti. Come interpreta queste risposte?
«Capisco le critiche dei cittadini, che forse non si rendono conto dell’enorme lavoro che stiamo facendo e del disastro ereditato, perché hanno aspettative enormi. Non accetto, invece, le critiche precostituite da parte di chi ha fatto parte di un sistema politico e ora fa finta di non ricordare e dà lezioni di etica o di politica. Sono coloro che sfogano la frustrazione del loro fallimento politico, perchè un sistema politico è stato mandato a casa, cercando di omologare tutto in basso e in maniera violenta. Chi ha governato e chi ha fatto opposizione. Questo modo di far politica non mi appartiene e ne prendo le distanze».
Pensa che i cittadini la rivoterebbero oggi?
«Penso di si. Ad un anno, certo, sicuramente qualcosa si perde. C’è un politico, forse Prodi, che ha detto che il primo anno di governo si prendono gli insulti dell’opposizione e anche di quelli che ti hanno votato. Mi sono confrontato con altri Sindaci dicendogli che avrei voluto fare di più e mi tranquillizzano tutti: il primo anno devi fare solo una diagnosi mi dicono. Poi potrai operare».
3 cose che ha fatto in questi 12 mesi di cui va fiero.
«La riapertura del teatro, la messa in sicurezza del mercato annonario e il piano esecutivo di gestione».
3 cose che realizzerà sicuramente nei prossimi 12 mesi.
«Credo che dobbiamo fare la politica delle piccole cose: siamo stati ingannati per anni con grandi progetti irrealizzabili. Vorrei dare risposta al degrado urbano, alle scuole e alle strade. A questi affianco il rapporto tra teatro e Maxi e tra polo pontino e Sapienza: nell’anno accademico 2018-2019 apriranno due nuove facoltà: chimica farmaceutica e agraria».
Qual è la “sorpresa” più clamorosa che ha scoperto non appena si è insediato in Comune?
«La totale assenza di regolamentazione di procedure, contratti e concessioni. C’è stata una totale liberalità, chiamiamolo anche “far west” che mi aspettavo, ma non in questi termini. Ho denunciato il sistema Latina e mi sono esposto per la questione dei chioschi. Quando vado fuori quello che si percepisce è che Latina si è messa sul binario della legalità. Magari i cittadini di questa cosa non se ne accorgono, ma fuori questa percezione c’è: finalmente non si parla più di Latina per le indagini della Procura».
Crede di aver sbagliato qualcosa?
«Non sbaglia solo chi non fa. L’ho detto: questa cosa del verde su cui sono stato giustamente criticato».
C’è qualcosa che rimprovera alla sua maggioranza?
«No. Sono state necessarie per tutti le ore di volo: la giunta, i consiglieri, lo staff. La novità assoluta di essere completamente dei neofiti ha creato all’inizio qualche difficoltà, ma siamo tutte persone abituate a studiare. Questo anno è servito per acquisire questo bagaglio».
C’è qualcosa che invece rimprovera ai cittadini?
«Io i cittadini li capisco. Queste grandi aspettative sono state anche un segno di affetto e di grande fiducia nei miei confronti. Chiedo semplicemente onestà di giudizio su tutti gli ambiti, anche a livello di informazione. Non mi sta bene magari che si pubblichi sui social la foto del materasso che viene messo vicino al cassonetto dicendo che la città è sporca. Mantenere una città dignitosamente con la Latina Ambiente in gestione fallimentare non è stato facile e diventa ingeneroso se il cittadino si comporta così. Fa parte del gioco, ma è un giocare sleale. In generale, però, la maggior parte dei cittadini li sento, sono nate anche associazioni spontanee. Abbiamo abituato la gente a riscoprire la politica: questa grande attenzione nel bene e nel male magari ci fosse stata prima. Questa città va amministrata insieme, l’aiuto dei cittadini è necessario perché le risorse sono limitate».
Recentemente in Consiglio comunale ha detto che è mancata una programmazione per la marina e che ora ha le idee chiare su cosa vuole fare. Ci può spiegare?
«Mi dispiace tornare sugli stessi argomenti, ma devo ricordare che i dirigenti del settore sono arrivati il 2 aprile. Le questioni relative a spiagge e chioschi vanno risolte entro dicembre, l’amministrazione deve avere una tempistica diversa da quella che ha avuto. A giugno deve essere tutto pronto».
Quali sono le strade individuate per risolvere le eredità lasciate dalle vecchie amministrazioni come metro, terme e cimitero?
«Sul discorso della metro, questione finita in Procura, stiamo cercando di evitare il definanziamento. In questo momento c’è il concessionario che chiede un risarcimento. Abbiamo studiato un progetto che consente di migliorare il collegamento con Latina Scalo con costi minori e impatto ambientale minimo ed è un progetto che abbiamo prospettato al Ministero affinché non ci sia il definanziamento ma la riduzione del finanziamento e l’obiettivo sia comunque perseguito. Per quanto riguarda le terme siamo in trattativa con dei possibili acquirenti che potrebbe essere una via di uscita. Per il cimitero abbiamo individuato delle anomalie nel contratto con il gestore, tra cui la famosa tassa sul morto da cui vogliamo sollevare i cittadini senza che ci siano ripercussioni per il Comune».
Quando stima arriverà il sistema di raccolta differenziata porta a porta a Latina?
«Saremo pronti e operativi a gennaio 2018. In questo momento mi sento di ringraziare gli operatori per il servizio che stanno svolgendo, dovrebbe esserci una proroga fino a dicembre, poi dobbiamo passare in Consiglio per discutere della proposta dell’azienda speciale e poi possiamo proseguire con il progetto ambizioso della raccolta differenziata porta a porta, che identifica anche un mandato e che si ritroveranno le future generazioni».
Ora che conosce bene la situazione del Comune di Latina, si ricandiderebbe per fare il Sindaco?
«Non ho rimpianti. Ci ho creduto e ci credo. Certo, ho trovato delle difficoltà. L’unico aspetto negativo è che ho perso una parte della mia vita, ho rinunciato al mio mestiere di cardiologo ed è una scelta che mi pesa , così come tante altre cose perché effettivamente quello del Sindaco è un impegno che ti assorbe a 360 gradi. Con l’organizzazione e la programmazione vorrei ritornare ad avere un po’ di tempo per me».
Bianca Francavilla