È ancora un mistero dunque la morte di Ximena Garcia, la 32enne trans argentina sposata con un carrozziere di Lanuvio scomparsa il 22 gennaio e ritrovata nel lago di Nemi da due pescatori. Gli esami dell’autopsia avviati nell’istituto di medicina legale di Tor Vergata potranno dare alcune risposte: era già morta quando è stata gettata nel lago? Qualcuno le aveva fatto del male? Durante le operazioni biologiche e tecniche sul corpo, è stato rilevato che questo era in evidente stato di decomposizione, quindi impossibile rilevare eventuali lividi e contusioni. Sugli indumenti della 32enne, saranno eseguiti da un pool di specialisti nominati dalla procura di Velletri, diretta dal procuratore capo Francesco Prete, ulteriori esami. Saranno esaminati dai Ris anche lo smartphone trovato nel giubbotto e tutto il materiale trovato indosso a Ximena Garcia nel lago. Il magistrato che segue le indagini, Giuseppe Travaglini, sta coordinando le operazioni affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Frascati e alla stazione di Lanuvio. Resta sotto sequestro la casa che Ximena condivideva col marito sulla Nettunense, a Campoleone, mentre l’esame sul telefono della donna ha confermato che l’ultimo accesso a Whatsapp risale al 21 gennaio. Intanto la sorella di Ximena, Elizabeth (nella foto insieme) transessuale anche lei, che vive tra Roma e provincia, intervistata dalla trasmissione “Chi l’ha Visto”, ha dichiarato che la famiglia non si darà pace finché non si scoprirà la verità sulla morte della 32enne.
La 32enne di Campoleone trovata morta
Autopsia Ximena: corpo in putrefazione, adesso si attende l’esame istologico
Dall’esame autoptico disposto dalla procura di Velletri sul corpo di Ximena Garcia, la donna di 32 anni allontanatasi dalla casa di Campoleone il 22 gennaio e trovata morta dopo 40 giorni nel lago di Nemi il 10 marzo, non sarebbe emerso nessun trauma evidente, come colpi di pistola o ferite da taglio.
16/03/2018
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