«Ho voluto raccontare la sua vita a 90 anni dalla sua nascita – spiega Roberta, che vive nella frazione di Morena tra Ciampino e Roma – in modo originale, senza mai farmi gioco della Callas, ma mettendo in risalto alcuni aspetti poco noti della sua vita, raccontati in fiabe, ognuna con la propria morale». Donna vissuta d’arte e d’amore, Maria Callas è morta in solitudine prematuramente. Nata grassa e femmina, non fu mai accettata dalla mamma che, vedendo in lei la gallina dalle uova d’oro, la spinse a esibirsi in stamberghe piene di soldati e, invano, a farla prostituire. Insonne, miope e affetta da dermatomiosite, fu grafomane, ambiziosa, perfezionista e di grande carattere.
Lo dimostrò sempre, anche quando la sarta Biki disse di ritornare in atelier con almeno 30 chili in meno: colpita nell’orgoglio, la Callas reagì da leonessa. Nella sua camera, appese una foto di Audrey Hepburn e iniziò una dieta drastica. Mito di stile, divise in due ere la storia dell’opera: “a.C. e d.C., cioè prima della Callas e dopo la Callas”, come lei stessa diceva parlando di sé in terza persona. Evitando sempre di raccontare dettagli su Omero, il figlio avuto da Aristotele Onassis, partorito con il cesareo all’ottavo mese e vissuto solo un giorno. Maresci, esperta di collezionismo e antiquariato, per Gremese ha scritto i libri su Mina e Raffaella Carrà.