La metodologia adottata ha previsto l’abbinamento del volo dei rapaci predatori con un nuovo strumento che produce il cosiddetto “grido d’angoscia”: una emissione sonora amplificata, sperimentata in collaborazione con l’università di Sassari, che simula le grida strazianti degli storni catturati e predati. Da alcuni decenni infatti questa specie di volatili tende a trascorrere le notti nelle città e nei centri urbani perché vi trova condizioni climatiche più favorevoli e maggiori condizioni di sicurezza dovute alla quasi totale assenza di predatori naturali e di cacciatori.
L’intervento è stato eseguito in collaborazione con la Asl e alcune guardie zoofile volontarie al fine di riscontrare, oltre all’allontanamento incruento degli storni, che non fosse prodotto alcun tipo di stress per gli altri animali. Alessandrini ha anche comunicato che, a parte alcuni esperimenti effettuati in alcune zone di Roma (cimitero del Verano e l’area del Campidoglio), si tratta del primo intervento del genere eseguito in Italia su incarico di un’Amministrazione comunale.
In base al contratto stipulato con il Comune, a partire da questa settimana e fino alla fine del mese di febbraio, l’attività di mantenimento proseguirà con il monitoraggio e il controllo della persistenza dell’allontanamento. Durante l’incontro l’assessore all’Ambiente Roberto Lessio ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto: «È stata data una risposta efficace e immediata ad un problema – ha detto – oltre a prevenire per il futuro situazioni che compromettono il decoro della città».