In tutto questo, come avviene in ogni italica situazione, serve l’emergenza per far porre, a chi amministra questa città, l’attenzione dovuta ad un problema che si trascina ormai da anni. Infatti, nel passato mese di novembre e in questo inizio di dicembre, il mare si è mangiato completamente la spiaggia, arrivando fin sotto le fondamenta delle sempre discusse abitazioni e, in qualche caso, fino a scolpire il manto stradale di via Lungomare. Una situazione, questa, impressionante per chi è abituato a vivere il mare anche d’inverno. La spiaggia ormai sparita (l’acqua arriva fin sotto i chioschi), un muro di sabbia alto quasi due metri al posto delle dolci dune e la strada, in alcuni punti, già mangiata: è questo il panorama desolante per chi arriva nel lungomare di Latina.
In tutto questo i cittadini si dispiacciono sì per la brutta fine che sta facendo il litorale di Latina dall’altra, però, esultano per il possibile abbattimento naturale delle “palafitte”, costruzioni sempre contestate per esser state costruite praticamente sulla spiaggia. Infatti, sono proprio queste case ad avere la peggio, con l’acqua che oramai ha scoperto le fondamenta e fatto abbassare le strutture di qualche centimetro. In tutto questo l’amministrazione, per voce del vice Sindaco Fabrizio Cirilli, guadagna (o perde?) tempo in una polemica con l’ex Sindaco Vincenzo Zaccheo, incolpandolo per non aver fatto opera di manutenzione delle barriere presenti nella zona di Foce Verde, opera voluta dalla Regione Lazio quando l’attuale vice Sindaco Cirilli sedeva nei banchi della Regione. Zaccheo, invece, ribatte affermando che Di Giorgi e Cirilli hanno dato l’avvio all’abbattimento del pontile Sogin senza valutare le conseguenze e scartando, a priori, la possibilità di costruire il porto di Foce Verde, opera che, secondo Zaccheo, avrebbe messo a riparo l’intero litorale. Mentre amministratori ed ex Sindaci si rimpallano le responsabilità, le soluzioni tardano ad arrivare. Il lungomare di Latina ha bisogno di soluzioni immediate e di progetti a lungo termine che evitino, ogni anno, di creare delle situazioni di emergenza sempre peggiori.