Via Torino è una delle strade più importanti di Pavona. Un po’ per la scuola, un po’ per la vicinanza con la frequentatissima stazione ferroviaria, è una via molto transitata della città. Molto stretta e ad un fianco occupata da una fila di auto in sosta delle abitazioni (e non solo), è facile imbarcarsi in un vero zig-zag di automobilisti che cercano di smarcarsi come possono. Alcuni anni fa, il Comune decise di limitarne la circolazione in un senso univoco, ma le proteste e le polemiche cittadine imposero alla politica di riaprirla alla vecchia maniera.
Quasi trionfalmente, si era parlato di una soluzione del problema grazie allo spostamento del mercato, sito fino a pochi mesi fa nella vicinissima Piazza Nenni ed ora invece dislocato a piazza Sanremo, oggettivamente più comodo per tutta la cittadinanza. Si diceva che grazie al minore flusso delle auto, soprattutto nel martedì, avrebbe permesso a questa così cruciale via pavonense di avere un leggero miglioramento circa il traffico. Ma non è stato così. Se ci si imbatte, in particolare, nell’orario di uscita degli studenti delle elementari, il passaggio a livello del treno chiuso, l’autobus da Albano che deve girare e le auto impazzite che transitano, si crea un vero e proprio ingorgo, quasi cinematografico.
Dipende dalle giornate: in alcune si comincia a strombazzare con i clacson, si dà fiato a qualunque tipo di sfogo vocale e si sbraita scompostamente. In altre invece, tutti rimangono fermi, inermi nell’attesa che qualcosa succeda: un intervento divino, un fischio dei vigili urbani e la sveltezza di qualcuno. È possibile vivere (o sopravvivere) con queste condizioni di circolazione?