Una lunga giornata di smentite, contro-smentite e versioni discordanti. Ma alla fine la ricostruzione è quella ipotizzata sin dall’inizio: Fabio Trabacchin ha ucciso Elisa Ciotti questa mattina nella loro abitazione di via Palmarola a Cisterna, nel quartiere San Valentino. La confessione è arrivata nel pomeriggio dopo un lungo interrogatorio. Già all’ora di pranzo alcune agenzie avevano lanciato la notizia dell’ammissione del delitto da partedel 35enne autotrasportatore, notizia in un primo momento smentita dal comandante provinciale dei Carabinieri, Gabriele Vitagliano. Così come sono stati smentiti i primi particolari circolati che parlavano di una decapitazione. “Un delitto maturato in un contesto di separazione difficile”, ha raccontato Vitagliano, nel tardo pomeriggio, alla stampa. “Non c’erano stati, tuttavia, precedenti episodi di violenza all’interno del nucleo familiare. Non ci risultanodenunce o esposti al riguardo”, ha spiegato. Dalle prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe colpito la moglie con un unico colpo sferrato con un martello. “Un colpo che ha causato una ferita, molto profonda e mortale, nella parte posteriore del cranio”. Atto finale di una lite iniziata intorno alle 4 del mattino e che è presto degenerata, capitolando nel “raptus” – così lo ha definito il comandante dell’Arma – di Trabacchin. Il 35enne, come testimoniano le immagini riprese da alcune telecamere,è uscito di casa alle 7 del mattino portando con sé la spazzatura e l’arma del delitto, per poi vagare in stato confusionale e ritornare, infine, alle 9,45 nell’abitazione dove poche ore prima aveva ucciso la sua ormai ex compagna. “L’uomo, quando lo abbiamo prelevato, si trovava in un forte stato confusionale e aveva un vuoto di memoria: diceva di non ricordarsi dell’accaduto”. Sono servite diverse ore davanti al pubblico ministero per riallacciare il nastro su quanto successo e confessare il delitto. Sotto shock invece la figlia di 10 anni, che alle 8.30 ha chiamato un parente, il quale ha subito avvertito il 118. “Non sappiamo se abbia assistito o meno alla morte della madre. Il padre, inizialmente, ha detto di no e che la bambina si trovava nella sua camera. Approfondendo la ricostruzione, però, l’uomo ha poi dichiarato che non l’ha semplicemente vista.” La bambina non è ancora in grado di parlare e fornire particolari della vicenda, quindi non è ancora chiaro se sia stata, suo malgrado, testimone dell’omicidio di sua madre. Quello che sembra orami chiaro è, invece,il clima di tensione che la piccola percepiva nella casa. Fabio Trabacchine Elisa Ciotti stavano affrontando una separazione, ma a causa delle difficoltà economiche in cui versava la famiglia (lavorava solo l’uomo), i due erano costretti a condividere lo stesso tetto, dormendo però in stanze separate. E sarebbero stati proprio i conflitti sull’affidamento della figlia a scatenare la furiosa lite tra i due. “Quello che accende di più gli animi di una coppia è il destino dei figli”, ha detto Vitagliano, che non conferma ma neanche smentisce. Trabacchin, difeso dagli avvocati Paolo Zeppieri e Fabrizio mercuri, è stato intanto condotto in carcere. L’autopsia sul corpo di Elisa Ciotti dirà di più riguardo l’orario del decesso – avvenuto tra le 4 e le 7 – e sulla dinamica della colluttazione, per rendere più nitido il quadro attorno all’ennesimo episodio di femminicidio registrato in provincia.
10/06/2019