Tant’è vero che il materiale bruciato ogni anno crescerà dalle attuali 500 mila tonnellate, a circa 720 mila. Per il resto, un film già visto e rivisto: «In conseguenza della forte crisi economica – dichiara lapidario, poco dopo, il Presidente Zingaretti – c’è stata una significativa riduzione dei rifiuti prodotti nella Regione Lazio. Inoltre la differenziata ha avuto, negli ultimi due anni, un incremento del 4% su base regionale». Ancora troppo poco, questo risultato non è in linea con gli obiettivi di legge italiani ed europei. Eppure, roba da non crederci, la Regione Lazio sta portando a compimento istruttorie amministrative per raddoppiare, tonnellata più, tonnellata meno, la “capacità volumetrica complessiva delle discariche regionali”. Che significa? Attualmente nelle discariche del Lazio sono disponibili circa 2 milioni e mezzo di metri cubi residui di spazio per seppellire l’immondizia urbana indifferenziata (anziché riciclare i materiali).
Sono in via di autorizzazione definitiva, presso l’Ufficio rifiuti della Regione, circa altri 2 milioni di nuovi metri cubi. Fatevi un po’ i conti. Stesso, inoltre, dicasi per gli impianti di compostaggio, le cosiddette centrali a biogas (o biomassa) alimentate a rifiuti. Al 2010 risultavano autorizzati 19 impianti, per un totale di 290 mila tonnellate di rifiuti trattati all’anno. Sono in corso di istruttoria ed autorizzazione impianti per il trattamento di altre 400 mila tonnellate all’anno. Ancora mortificata, invece, la vera, unica, efficace e sostenibile soluzione, cioè raccolta differenziata porta a porta con il conseguente recupero delle materie (carta, cartone, metalli, vetro, oli, plastiche ecc.). «Il piano prevede il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo del 65% di porta a porta al 2020 al livello regionale», ha spiegato il Presidente Zingaretti. Un risultato assai più modesto, il 35% di differenziata, andava raggiunto entro il 2006. Ora è arrivata la leggina salva-casta: il Governo, appena pochi giorni fa, ha approvato una disposizione che obbliga i Comuni italiani a raggiungere il 65% di porta a porta entro e non oltre il 31 dicembre 2016?