1) AREA PERICOLOSA E A RISCHIO ALLUVIONI
Primo motivo. Lo scorso 5 settembre il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su proposta del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha approvato il nuovo Piano di Bacino Tevere, l’insieme delle norme che regolano la gestione del corso d’acqua. Nelle cartografie allegate al Piano l’area di Tor di Valle è rappresentata, per una singolare coincidenza del destino, con i colori giallorossi. Non si tratta però di un riferimento alla squadra calcistica. Significa che sopra di essa non si può costruire alcuna struttura civile o industriale, perché il rischio di esondazione-frana o, peggio, di modificare irrimediabilmente il già delicatissimo corso del fiume è troppo alto. Ai due colori sono associate difatti dai tecnici dell’Autorità di Bacino Tevere, che gestisce il corso d’acqua, le caratteristiche di “Pericolosità idraulica potenziale” e “Accumulo”, in sostanza si tratta di aree a “rischio alluvioni ed esondazioni”. Le nuove disposizioni sono state pubblicate sia in Gazzetta Ufficiale che sul Burl, il bollettino contenente tutte le nuove leggi regionali del Lazio. Gli Uffici tecnici della Capitale sono tenuti a recepire quanto prima tali disposizioni e ad inserirle nel Piano Regolatore: lo hanno fatto? Non è dato saperlo. In casi eccezionali, l’articolo 27 del nuovo Piano prevede una deroga a tali disposizioni per la costruzione di opere pubbliche e di interesse pubblico, ma è necessario un nuovo ed ulteriore parere positivo dell’Autorità di Bacino e la convocazione di una nuova ed ulteriore Conferenza dei Servizi (quella conclusa a dicembre 2017 non è sufficiente), ovvero un tavolo inter-istituzionale a cui debbono prendere parte anche Regione e Campidoglio.
2) AREA NON EDIFICABILE
Secondo motivo. L’area di Tor di Valle è attraversata dal fosso di Vallerano che è tutelato dal decreto segretariale (ovvero emesso dal segretario) dell’Autorità di Bacino del Tevere, il numero 32 del 2015, che classifica l’area come non edificabile, indicata tecnicamente come R3 ed R4. Vale a dire zona esposta al rischio di fenomeni idraulici. Per procedere alla costruzione dello stadio sarebbe quindi necessaria una declassificazione dell’area, operazione che richiede una trafila burocratica piuttosto lunga. Presentazione del progetto di declassamento all’Autorità di Bacino e pubblicazione di un nuovo decreto.
3) e 4) PARCO FLUVIALE E PATROMONIO UNESCO
Su Tor di Valle incombono infine 2 ulteriori divieti di costruzione. Uno contenuto nel Piano Regolatore del comune di Roma che prevede che su quell’area venga realizzato un parco fluviale. E un altro dell’Unesco che classifica il sito come patrimonio dell’umanità tale è la ricchezza della flora e della fauna locale.
COMITATI E ASSOCIAZIONI SUL PIEDE DI GUERRA
“Regione e Comune – ci racconta il presidente di un importante comitato territoriale che preferisce per il momento non comparire – hanno dato il via libera al progetto del nuovo stadio della Roma a dicembre 2017. Ma in quell’occasione – sottolinea – l’Autorità di Bacino non si era espressa né sul recente vincolo del Bacino Tevere, in vigore da poco più di un mese, né tantomeno sul vincolo di Vallerano del 2015. I 5 Stelle si sono rimangiati tutte le promesse elettorali: ci avevano promesso che il progetto sarebbe stato affossato, ma così non è stato. Siamo pronti a portare l’eventuale via libera del Consiglio comunale sia al Tar del Lazio che – sbotta – in Procura, per gli eventuali rilievi penali”.