Viene giù un tratto dell’antico muro perimetrale del cinquecentesco Hortus conclusus di Ninfa, il cosiddetto “Giardino all’italiana”. Le cause sono da addebitare, almeno come prima constatazione, alle forti precipitazioni e al vento tra fine novembre e inizio dicembre. L’ultimo restauro risaliva agli anni Venti e fu compiuto da Gelasio Caetani. «Il crollo è un sintomo del problema che riguarda alcuni aspetti della città medievale di Ninfa, da troppo tempo priva di interventi di restauro e manutenzione a causa della mancanza di fondi adeguati ad eseguire interventi di restauro e consolidamento», scrive il Presidente della Fondazione Caetani Pier Giacomo Sottoriva nel suo blog. La Fondazione Roffredo Caetani, proprietaria del sito, sta in questi giorni concludendo un accordo con La Sapienza – Università di Roma, Dipartimento di urbanistica storica, al fine di eseguire un rilievo completo di tutte le costruzioni (circa 300 resti di case medievali e 7 chiese, oltre alle mura e torri di difesa) che formano lo straordinario compendio visitato ogni anno da 50 mila persone. «È chiaro – prosegue Sottoriva – che l’idea di accostare questo crollo nella “Pompei medievale”, come Ferdinando Gregorovius ebbe a chiamare Ninfa, e la Pompei campana è fin troppo scontato». E infine: «C’è da augurarsi che esso possa costituire non solo un allarme, ma una mobilitazione per attivare gli uomini (e gli enti) di buona volontà a guardare alla salvaguardia di questa preziosa reliquia di un nostro glorioso passato».
19/12/2013