Questi batteri fino all’anno scorso non venivano verificati. Peccato però che d’ora in avanti non verranno più considerati tutti gli altri 19 parametri per valutare se ci si può fare il bagno o no e quindi anche la qualità di fossi, fiumi, canali, laghi e mare. Le uniche due verifiche rimaste, per escherichia ed enterococchi appunto, vengono eseguite per un periodo di soli 5 mesi, da maggio a settembre, e non più ogni due settimane com’era prima, ma soltanto una volta al mese. E pazienza se tra un’analisi e l’altra l’ormai famigerata escherichia, scagionati i cetrioli e la soia, nel frattempo si diffonde al mare. Senza allarmismi, ma è un’evenienza non così lontana. Soprattutto in estate, infatti, nelle località balneari i depuratori diventano insufficienti per via dell’arrivo di tanti turisti. Oppure basti pensare a quanto abbiamo documentato ad Anzio, presso il depuratore di Cavallo Morto: scarico di liquami di fogna non trattati direttamente sversati in spiaggia (vedi Il Caffè n. 218, pag. 2 su www.ilcaffe.tv ). Inoltre, le foci di fossi e fiumi perennemente inquinati, non vengono più monitorati. Si fa finta che non esistano dando per scontata una situazione compromessa per sempre e immodificabile. L’escherichia coli è un batterio normalmente presente nel nostro apparato intestinale che agevola la digestione del cibo, ma a causa della formazione di un nuovo ceppo, è il responsabile della grave crisi sanitaria attualmente in corso in Germania e nel nord Europa. La causa starebbe nella presenza di acqua infettata negli alimenti.
Lasciati in pace ortaggi e verdure, la vera emergenza è un’altra: la carente salvaguardia delle risorse idriche con annessa disinformazione ai cittadini. Ogni anno i Sindaci sono infatti costretti ad emettere ordinanze di divieto d’uso a scopo irriguo delle acque dei fiumi e canali della zona; sono gli stessi corsi d’acqua che poi alla loro foce determinano l’emanazione di ulteriori ordinanze per il divieto di balneazione nelle acque adiacenti alle foci stesse. Il rischio dunque incombe, inutile negarlo. Eppure tutte le istituzioni interessate ripetono ogni volta che tutto è nella norma e con le nuove regole l’acqua marina diventa “pulita per legge”, avendo eliminato praticamente quasi tutte le analisi per valutare la salute dell’acqua. Secondo la nuova disciplina, l’acqua non balneabile in laghi e corsi d’acqua è “sufficiente” se ha massimo 900 UFC/100ml (UFC è l’unità con cui si misura la presenza del famigerato batterio nell’acqua, ndr). Il mare per strappare la sufficienza non deve presentare escherichia oltre i 500 UFC/100ml. Ma andando a verificare le autorizzazioni della maggior parte dei depuratori gestiti da Acqualatina SpA e Acea Ato 2 SpA nelle città dove esce Il Caffè, ci si accorge che quasi tutti sono autorizzati a scaricare acque (quelli che lo sono, alcuni non hanno nemmeno tale autorizzazione) contenenti il famigerato batterio fino a 5.000 UFC per 100 millilitri. Cioè abbondantemente sopra l’attuale limite di legge. E volevano dare la colpa ai cetrioli!