Adesso “approvano” le delibere anche senza che sia il numero legale. Parliamo delle sedute della Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4. Cioè delle assemblee degli amministratori locali che in teoria dovrebbero controllare ed indirizzare la gestione del servizio idrico integrato (da parte di Acqualatina), nei 38 Comuni che fanno parte dello stesso ambito territoriale ottimale, Ato. Dai verbali risulta che le sedute del 27 luglio e del 10 marzo di quest’anno dovevano essere dichiarate nulle perché non c’era il numero minimo dei Sindaci (o loro delegati). Queste sedute sono valide solo se all’appello rispondono almeno 20 convocati e se questi rappresentano almeno il 50% + 1 dei residenti nell’intero Ambito. Poi, una volta dichiarata valida la seduta, le deliberazioni sono approvate dalla maggioranza dei presenti. Altrimenti devono essere dichiarate nulle (cosa già avvenuta più volte in passato), nullità che “spegne” anche eventuali decisioni votate. Invece nelle ultime due assemblee dell’Ato 4 questa doppia maggioranza non c’era. All’appello per il conteggio, i Comuni presenti non hanno mai superato la soglia delle 19 unità e spesso erano anche di meno. Eppure quelle sedute e le rispettive deliberazioni sono state dichiarate valide. Sedute che, tra l’altro, vedevano la presenza di persone che suscitano un certo imbarazzo, politicamente ed amministrativamente parlando (vedi articolo qui in basso). Vi hanno infatti preso parte dei soggetti deputati al controllo e non alle scelte politico-amministrative in questioni così centrali, come il dirigente del settore ecologia di Latina in rappresentnza del Sindaco che ora non c’è, visto che è caduta la Giunta. Cioè, un funzionario invece che un amministratore pubblico è stato messo a votare su scelte che riguardano un servizio così cruciale e su cui la legge richiede un indirizzo “politico”. Scelte assunte con delibere fasulle ma comunque validate, alla fine del gioco. Un abuso di potere intenzionale?Sarà la Magistratura a chiarirlo, visto che sono già stati presentati due esposti da parte del Comitato difesa acqua pubblica di Aprilia.
IL SACO TAGLIALATELA TRA RIFIUTI E ACQUA
La presenza della funzionaria Grazia De Simone al posto del Sindaco di Latina alla Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4, lo scorso 21 luglio, conferma la stranissima prassi che si è insediata negli ultimi anni nel Comune di Latina. A rappresentare l’amministrazione latinense in quella Conferenza, si è sempre presentato Mario Taglialatela, che contemporaneamente ricopriva il ruolo di Segretario Generale e di Direttore Generale del Comune. Vale a dire che la persona preposta al controllo sulla correttezza, sulla idoneità e sull’efficacia degli atti compiuti da quell’amministrazione (vedi ad esempio il mutuo Depfa e relativo pegno sulle azioni del Comune in Acqualatina), ricopriva anche un ruolo prettamente politico. Con una evidente confusione, sovrapposizione e conflitto di interessi che in pochi hanno visto. Che poi era la stessa situazione interessata dalla Latina Ambiente (società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti nel capoluogo pontino), dove, fino al 2006, Mario Taglialatela è stato membro e presidente del Consiglio di Amministrazione, delegato direttamente dall’ex Sindaco Zaccheo. In tale veste, lo stesso Taglialatela, a giugno dello scorso anno, è stato rinviato a giudizio insieme ad altri 5 ex amministratori della società. Le accuse: abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e inadempimento di contratti in essere. Il tutto a vantaggio, secondo la Procura di Latina, dell’azionista privato di Latina Ambiente (Waste Italia SpA). Una inchiesta quasi identica a quella su Acqualatina, esplosa con gli arresti del 2008. E si dà il caso che gli azionisti di Waste, sono anche azionisti di Acqualatina; società che a sua volta dovrebbe essere controllata da quella Conferenza dei Sindaci dove i funzionari rinviati a giudizio fanno politica e non si accorgono che manca il numero legale. Una situazione inqualificabile.
PERCHé MANDARE FUNZIONARI A VOTARE?
Agli “imbarazzi” di carattere legale, se ne aggiungono poi altri di carattere politico e amministrativo. Basti pensare che il Comune di Latina, commissariato da aprile di quest’anno, lo scorso 21 luglio alla seduta della Cofnerenza dei Sindaci dell’Ato4 era presente attraverso Maria Grazia De Simone, Dirigente del settore Ecologia di quel Comune. E senza quella presenza, non ci sarebbe stata neanche la maggioranza dei residenti rappresentasti. Infatti, risulta che la funzionaria abbia votato a favore di tutte le delibere approvate. Anche quella prettamente “politica” con la quale Conferenza ha “respinto” la delibera consiliare n.21 del 21 aprile 2010, con cui il Comune di Aprilia ha iniziato l’iter per la restituzione dei propri impianti ed opere (gestite attualmente da Acqualatina), riorganizzando in proprio il servizio. La deliberazione della Conferenza è stata posta in votazione anche se al relativo appello risultavano presenti solo 18 Sindaci e/o loro delegati, sui 38 convocati. Tra i presenti all’appello, vi era anche Alessio Chiavetta del Pd, attuale Sindaco di Nettuno (sempre assente precedentemente), che poi si è allontanato senza partecipare alla votazione. Non a caso la deliberazione è stata votata favorevolmente solo dai rappresentanti del centro-destra presenti al momento del voto. E quindi non si capisce in base a quale motivo amministrativo, l’attuale Commissario straordinario al Comune di Latina Guido Nardone (che ha solo un ruolo tecnico) abbia inteso conferire quella strana delega. Visto che, tra l’altro, quando era egualmente commissario al Comune di Fondi si è astenuto sia dal partecipare direttamente che dal delegare qualcuno alla stessa Conferenza. Esattamente come è nella prassi dei commissari straordinari insediatisi in questi anni nei vari Comuni. Sempre ammesso che quella delega l’abbia conferita lo stesso Commissario prefettizio Nardone.