Siamo in grado di ipotizzare quale reattore verrà rifilato a Latina: si tratta dell’Ap 1000, della società giapponese americana Toshiba-Westinghouse. Ecco perché: Latina ospita due impianti nucleari, il Magnox, utilizzato per produrre elettricità fino al 1987, ed il Cirene. Ed è quest’ultimo a spiegare perché Latina è più che candidata ad un nuovo reattore atomico e precisamente del tipo Ap 1000. La vera specialità del Cirene, che non ha mai cessato di interessare il business atomico, è che produce plutonio in abbondanza. In prospettiva, quello che interessa moltissimo alla lobby atomica è la cosiddetta quarta generazione di reattori, quelli definiti “autofertilizzanti”. Ossia alimentati con combustibile derivato da un prodotto della fissione, tipo il plutonio, e capaci di produrre idrogeno ossia il petrolio del futuro. Nel 2002 l’Euratom ha firmato un accordo per sviluppare questi reattori autofertilizzanti.
E l’Italia fa parte dell’Euratom. Nell’ambito di questo accordo internazionale, sono stati presentati 100 progetti tra cui ne sono stati scelti 6. Tutti questi 6 progetti rappresentano evoluzioni della terza generazione avanzata, cioè proprio di quell’Ap 1000 Toshiba-Westinghouse e dell’Epr francese. Ecco così che Latina riaffiora in prima linea nella marcia verso la mitica quarta generazione nucleare, proprio grazie a quel Cirene, mai dimenticato dalla lobby nucleare e dalla scienza nostrana. Quello che sta a Latina è infatti uno dei soli tre progetti al mondo di reattori capaci di produrre così tanto plutonio. Né gli Usa né il Giappone hanno simile tecnologia civile collaudata. Quello di Latina è molto più che un progetto, è un impianto in fase avanzata di progettazione e di realizzazione.
A questo punto ci restano solo altre due informazioni aggiuntive per completare il quadro. 1) L’Italia ha scelto di impegnarsi – con l’Euratom – nella tecnologia del reattore veloce raffreddato a piombo liquido, tra le sei ipotesi scelte per sviluppare la cosiddetta quarta generazione di reattori. 2) La Sogin, società governativa incaricata di smantellare i vecchi siti atomici italiani, ha acquisito una competenza finora unica proprio in questo settore, collaborando allo smantellamento dei sommergibili nucleari dell’ex Unione Sovietica che avevano una simile tecnologia. E si dà anche il caso che la stessa Sogin sia l’attuale unica proprietaria del Cirene, sia dell’impianto che del brevetto. Quel Cirene che fu costruito dall’Ansaldo Nucleare, oggi partner di Sogin e Toshiba-Westinghouse attraverso l’accordo siglato ad ottobre dal Ministro Scajola per sviluppare in Italia il reattore Ap 1000.
Ma sotto l’ambizione è un’altra: alimentare l’Ap 1000 con plutonio per poi arrivare a produrre tanto idrogeno, il petrolio del futuro. E Latina avrebbe proprio il “pezzo mancante”, cioè un impiantino per produrre abbondante plutonio, il Cirene. Per cui si fa un reattore di terza generazione avanzata puntando a trasformarlo in uno di quarta generazione. Tecnologia che avrebbe, tra i suoi vantaggi, la capacità di produrre enormi quantità di idrogeno, considerato il vero combustibile del futuro, segnando così una vera svolta e dando un enorme potere a chi lo produce.
E l’Italia fa parte dell’Euratom. Nell’ambito di questo accordo internazionale, sono stati presentati 100 progetti tra cui ne sono stati scelti 6. Tutti questi 6 progetti rappresentano evoluzioni della terza generazione avanzata, cioè proprio di quell’Ap 1000 Toshiba-Westinghouse e dell’Epr francese. Ecco così che Latina riaffiora in prima linea nella marcia verso la mitica quarta generazione nucleare, proprio grazie a quel Cirene, mai dimenticato dalla lobby nucleare e dalla scienza nostrana. Quello che sta a Latina è infatti uno dei soli tre progetti al mondo di reattori capaci di produrre così tanto plutonio. Né gli Usa né il Giappone hanno simile tecnologia civile collaudata. Quello di Latina è molto più che un progetto, è un impianto in fase avanzata di progettazione e di realizzazione.
A questo punto ci restano solo altre due informazioni aggiuntive per completare il quadro. 1) L’Italia ha scelto di impegnarsi – con l’Euratom – nella tecnologia del reattore veloce raffreddato a piombo liquido, tra le sei ipotesi scelte per sviluppare la cosiddetta quarta generazione di reattori. 2) La Sogin, società governativa incaricata di smantellare i vecchi siti atomici italiani, ha acquisito una competenza finora unica proprio in questo settore, collaborando allo smantellamento dei sommergibili nucleari dell’ex Unione Sovietica che avevano una simile tecnologia. E si dà anche il caso che la stessa Sogin sia l’attuale unica proprietaria del Cirene, sia dell’impianto che del brevetto. Quel Cirene che fu costruito dall’Ansaldo Nucleare, oggi partner di Sogin e Toshiba-Westinghouse attraverso l’accordo siglato ad ottobre dal Ministro Scajola per sviluppare in Italia il reattore Ap 1000.
Ma sotto l’ambizione è un’altra: alimentare l’Ap 1000 con plutonio per poi arrivare a produrre tanto idrogeno, il petrolio del futuro. E Latina avrebbe proprio il “pezzo mancante”, cioè un impiantino per produrre abbondante plutonio, il Cirene. Per cui si fa un reattore di terza generazione avanzata puntando a trasformarlo in uno di quarta generazione. Tecnologia che avrebbe, tra i suoi vantaggi, la capacità di produrre enormi quantità di idrogeno, considerato il vero combustibile del futuro, segnando così una vera svolta e dando un enorme potere a chi lo produce.
28/01/2010