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Impianto di trattamento dei rifiuti

Quell’appalto auto assegnato per i rifiuti. A Latina l’intera filiera in mano a Cerroni e Colucci

Quell’appalto auto assegnato per i rifiuti. A Latina l’intera filiera in mano a Cerroni e Colucci

Chi pensava che l’obbligo del trattamento meccanico e biologico dei rifiuti imposto dall’allora giunta regionale Polverini avesse rimesso tutto in discussione e spezzato finalmente il monopolio dei signori delle discariche dovrà ricredersi. È stato ingenuo crederlo, una illusione. Tempo qualche mese ed ogni cosa è tornata al suo posto con una singolare storia di appalto assegnato a società che sono riconducibili alla società che quell’appalto lo ha indetto. È la storia dell’impianto di recupero e valorizzazione dei rifiuti con il sistema meccanico biologico della Ecoambiente, la società che gestisce uno dei due invasi di Borgo Montello. Bene, a progettare, realizzare e gestire la struttura, attraverso cui dovranno passare i rifiuti, prima di andare in discarica è un’associazione temporanea d’imprese composta dalla “Daneco Impianti” e dalla “Sorain Cecchini Spa”. Che non son due nomi qualunque nel mondo del business dei rifiuti. La prima società è infatti riferibile all’imprenditore Francesco Colucci del gruppo Unendo, mentre la seconda al re della discarica romana di Malagrotta, Manlio Cerroni. L’aggiudicazione della gara è avvenuta il 29 aprile ed è stata obbligata. L’unica offerta al bando di gara infatti è arrivata dall’Ati del duo Colucci-Cerroni. Il che è una prima notizia. Sebbene infatti il trattamento meccanico biologico rappresenti una sorta di nuovo Eldorado, in questo caso non c’è stato nessun altro imprenditore che abbia tentato di giocarsi la carta. In ogni caso non sarebbe stato facile perché quelli che poi sono stati i vincitori giocavano in casa. La società appaltante, Ecoambiente, al 49% è partecipata da Ecolatina Impianti, cioè un’altra società riconducibile a Cerroni; al 25% dal gruppo Colucci, mentre il 26% appartiene al Comune di Latina. Nei fatti dunque un appalto auto-assegnato anche se formalmente si tratta di società diverse. Niente di cui meravigliarsi. Nel business dei rifiuti tali intrecci in cui il discrimine tra partner e privato sono la regola. Con buona pace della concorrenza e della regola per cui gli interessi di chi gestisce una discarica dovrebbero essere distinti, se non proprio opposti a quelli di chi gestisce la raccolta o gli impianti Tmb. A Latina invece succede che l’intera filiera, dalla raccolta alla discarica, passando il trattamento meccanico biologico, è nelle mani delle stesse persone o quasi. Per cui, in linea teorica, chi dovrebbe incentivare la raccolta differenziata è lo stesso che ha tutti gli interessi affinché la differenziata non decolli, perché gestisce una discarica in cui si conferisce immondizia tal quale. Con l’obbligo del trattamento si era inserito un terzo passaggio, che avrebbe potuto spezzare certe logiche di monopolio con l’inserimento di nuovi soggetti spinti magari da altri interessi. Ma come si è visto però quelle logiche sono molto dure a morire con esiti che con il motto gattopardesco fanno dire “tutto cambi, perché nulla cambi”. L’impianto Tmb di Ecoambiente verrà realizzato con un progetto di finanza: saranno cioè i privati a metterci i soldi, circa 35 milioni di euro, per progettarlo e realizzarlo. In cambio gli investitori otterranno la gestione dell’impianto per  la durata di 15 anni. 

BORGO MONTELLO ESAURITA

Dietro l’angolo c’è anche la questione dell’esaurimento della capacità d’esercizio della discarica di Borgo Montello. Entro un anno dunque si paleserà l’ipotesi dell’ampliamento. Sebbene l’obbligo del trattamento dei rifiuti abbia ridotto la quantità dei rifiuti portati in discarica, resta comunque il problema in quanto il residuo inutilizzabile resta ancora la parte grossa del passaggio negli impianti Tmb. In questo senso, nei giorni scorsi, l’assessore all’ambiente del Comune di Latina Fabrizio Cirilli è tornato a scrivere al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e ai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. «Ritengo fondamentale – scrive Cirilli – sottolineare la necessità di prevedere il rispetto del principio che l’autorizzazione a nuove discariche debba essere a servizio esclusivamente di impianti di trattamento che trattano rifiuti legati al proprio ambito territoriale e quindi non più discariche, bensì invasi di servizio; altresì cosa più importante che gli impianti di trattamento siano autorizzati solo ed esclusivamente se hanno individuato le possibilità di poter usufruire di una discarica di servizio». Insomma per Cirilli il pericolo dietro l’angolo, espresso a chiare in altre lettere inviate a Zingaretti nei mesi scorsi, è sin troppo chiaro: Latina rischia di diventare il polo industriale per il trattamento dei rifiuti romani e non solo. Il che rappresenterebbe un ostacolo alla chiusura graduale e progressiva delle discariche. D’altra parte i numeri non tornano, anzi tornano fin troppo bene a seconda dei punti di vista. A fronte di circa 238 mila tonnellate di rifiuti prodotte in provincia e da sottoporre a trattamento, il territorio pontino tra breve dovrebbe essere servito da due impianti in grado di trattarne più del doppio: quello della Rida Ambiente che attualmente ha una potenzialità di circa 160 mila tonnellate all’anno, ma a breve sarà incrementata a 400 mila; e l’altro della Ecoambiente, in fase di costruzione, con una potenzialità di 180 mila tonnellate l’anno. In tutto 580 mila tonnellate. Siamo dunque ben oltre il fabbisogno provinciale e con la differenziata ferma al 25%. Cosa succederà quando la differenziata crescerà e quindi diminuirà ulteriormente il peso dei rifiuti da sottoporre a trattamento? 

NESSUN ACCORDO COL SOCIO PRIVATO: LATINA AMBIENTE AL CAPOLINEA

Restano inconciliabili le posizioni del socio pubblico e quello privato della Latina Ambiente. Le sorti della società che si occupa del servizio di raccolta rifiuti e igiene urbana del Comune di Latina è appesa ad un filo e la riunione del Consiglio d’amministrazione che si è tenuta lunedì 29 luglio non ha diradato le nubi. Nel corso della riunione il socio  ha provveduto ad indicare il nome del nuovo amministratore delegato nella persona del dottor Luigi Rossi, già presidente e consigliere del cda, al quale sono state attribuite le deleghe del precedente amministratore, il dimissionario Bruno Landi, limitandone i poteri di spesa che passano da 1 milione a 250.000 euro. Il cda ha anche provveduto sia alla nomina per cooptazione, su indicazione del socio privato, del nuovo consigliere del cda mancante nella persona dell’avvocato Luigi Nicastro, sia alla convocazione dell’assemblea straordinaria della società, che si terrà per la fine del mese di agosto. Rispetto all’approvazione del bilancio 2011 della società, nel corso del cda, le posizioni del socio pubblico e del socio privato si sono confermate molto distanti. In particolare il socio privato non ha riconosciuto i dati emersi nel bilancio approvato dal cda con il solo voto favorevole del socio pubblico, relativo, in particolare, alle cifre del così detto “extra montante”. Totale chiusura del socio privato è stata inoltre registrata relativamente alla richiesta formulata dal socio pubblico di presa in carico della bollettazione Tia degli anni 2006-2009. Dunque, l’avventura di Latina Ambiente pare essere arrivata  davvero al capolinea, anche se a questo punto ogni decisione verrà presa dopo l’estate. 

01/08/2013
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