APPALTONE IN”ˆSOLITARIA
Stiamo parlando dell’affidamento, in regime di concessione, della progettazione esecutiva, costruzione e gestione dell’impianto di trattamento meccanico-biologico di rifiuti indifferenziati (TMB) indetto dalla Ecoambiente Srl: la società che gestisce una delle due vasche della discarica di Borgo Montello-Bainsizza. Una struttura fortemente avversata in tutte le sedi dal Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, progettata per lavorare circa 180 mila tonnellate annue. A questa struttura è abbinato un impianto di compostaggio per trattare 30 mila tonnellate di sostanza organica proveniente da raccolta differenziata. Grosso modo si tratta del fabbisogno complessivo di smaltimento di tutti i Comuni a livello provinciale.
BOOM DI IMPIANTI. PERCHÉ?
L’impianto si abbinerebbe ad un analogo progetto, proposto dalla Indeco Srl, la società che gestisce l’altra vasca presso la stessa discarica, attualmente in fase di analisi presso la Regione Lazio. Progetti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti che, sommati a quelli già esistenti (ad esempio quello della scoietà RIDA Ambiente di Aprilia), determinerebbero una capacità di smaltimento quasi tripla rispetto al fabbisogno provinciale a favore di altre zone: tipo, una a caso, Roma. In questa ottica sembrano orientate le lobby del settore, iniziando proprio dall’appalto in questione.
CHI COMANDA VERAMENTE?
Ecoambiente Srl è una società che ha come azionista di maggioranza (con il 51% delle azioni) la Latina Ambiente, che a sua volta è controllata (si fa per dire) dal Comune di Latina con il 51% del capitale sociale, ma senza avere (per scelta politica) la maggioranza nel Consiglio di amministrazione; il restante 49% è in mano alla Unendo SpA dei fratelli Colucci. Fratelli che, originari di San Giorgio a Cremano (NA), proprio attraverso Ecoambiente Srl, hanno sviluppato un patto di ferro con l’altro grande “player” dell’immondizia nostrana: l’avvocato Manlio Cerroni. Anche se il Presidente di Ecoambiente Srl lo nomina il Comune di Latina, gli altri quattro posti del CdA se li dividono in parti uguali i Colucci e Cerroni; a ques’ultimo spetta la designazione dell’Amministratore delegato, che da sempre è Bruno Landi (l’ex Presidente della Regione fino al 1990 e poi parlamentare per il PSI).
APPALTO VINTO DAI SOLITI
E guarda caso ad aggiudicarsi la gara d’appalto di Ecoambiente per l’impianto di TMB (e non poteva essere altrimenti visto che erano gli unici concorrenti) è stata l’Associazione Temporanea d’Impresa formata da Daneco Impianti Srl e dalla Sorain Cecchini Ambiente SpA; la prima appartiene proprio al gruppo Unendo, mentre la seconda è di proprietà del gruppo Cerroni. Tra l’altro Sorain sta per Società Riutilizzazioni Agricole e Industriali ed è stata costituita da oltre vent’anni dal mitico proprietario della discarica di Malagrotta insieme all’ingegner Alberto Cecchini; gli stessi soggetti che fin dall’inizio degli anni Settanta dovevano costruire un impianto di smaltimento di rifiuti per conto del Comune di Latina esattamente nel sito che poi è divenuto la quarta discarica più grande d’Italia, cioè Borgo Montello. E dopo questa “aggiudicazione” fatta in casa dell’appalto in questione, ratificata dal CdA nominato dagli stessi Colucci e da Cerroni il 19 aprile scorso, sarà certo che da quel sito non li sposterà più nessuno, nonostante le periodiche promesse del politico di turno: di fatto la nostra immondizia diventa per sempre “cosa loro”. E guai a chi gliela tocca.
IL”ˆSOLITO”ˆCOPIONE”ˆCON”ˆ ALCHIMIE”ˆFINANZIARIE
Tutta l’operazione infatti, cioè la progettazione, la realizzazione e la gestione per almeno 15 anni degli impianti di TMB e compostaggio, a meno di altri improbabili mezzi economici messi a disposizione dagli appaltatori, verrà finanziata con la tecnica tanto cara al Comune di Latina del “project financing”. Cara anche nel senso che è costata molto alle casse comunali, in operazioni a dir poco avventate come la bufala della metro-leggera o il cimitero semi-privatizzato con le sue tariffe alle stelle.
ANCORA PROJECT FINANCING, IN MANO ALLE BANCHE
Il project financing è una tecnica finanziaria che è sempre abbinata a quei prodotti finanziari derivati che hanno intossicato l’intera economia mondiale. Vuol dire che i privati ci mettono i soldi e poi li recuperano, maggiorati di interessi, della remunerazione del capitale investito e dei derivati, con la tariffa (decisa da loro) dello smaltimento dei rifiuti. Rifiuti che, ovviamente, dovranno essere conferiti sempre e solo in modo indifferenziato evitando accuratamente di organizzare l’obbligatoria raccolta differenziata, magari con il sistema “porta a porta”(perché altrimenti si arrabbiano). Con questo progetto quindi in futuro dovremo anche garantire la “bancabilità” dell’intera operazione finanziaria; cioè che qualche istituto di credito o qualche speculatore ne approfitti e ci guadagni sopra allo smaltimento dei nostri rifiuti. Non a caso tra i quesiti posti da non identificabili interessati alla gara, c’era quello che chiedeva garanzie sulle quantità di conferimento ipotizzate dal progetto. Come dire: “No monnezza, no party”. Laboratorio politico di governo lo definì qualcuno questo territorio: solo che gli alchimisti e le cavie sono sempre gli stessi, mentre a governare ci si sono piazzati direttamente le lobby e i poteri forti che questo territorio lo hanno sempre controllato. Anzi: cotto e mangiato.